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Ma perché non ci siamo ancora innamorati di Giambattista Vico?
Nell’epoca dominata da Cartesio e Pascal, Leibniz e Spinoza, uno spirito genuinamente italiano produsse un pensiero altissimo e alternativo.
Nell’epoca dominata da Cartesio e Pascal, Leibniz e Spinoza, uno spirito genuinamente italiano produsse un pensiero altissimo e alternativo.
La sua memoria prodigiosa è celebre quanto il suo discorso “sulla dignità dell’uomo”, che dell’umanesimo rinascimentale fu un’anima.
Un professore in bilico tra socialismo e franchismo, un apolide dello spirito nel secolo del pragmatismo, un erede di tradizioni antiche.
Vide la frattura tra scienze umane e scienze dure, e se ne rammaricò; fu critico del cartesianesimo e propose una sintesi sapiente del portato epistemologico medievale lanciato nella modernità.
Piú facile dire cosa criticasse che cosa realmente proponesse (anche all’interno delle “proposte” stesse): Rousseau fa ancora parlare di sé.
Materialista moderno dalla vita cinica (suo malgrado), Karl Marx resta ancora oggi tra gli autori dal pensiero piú gravido di conseguenze.
Il “caso Galilei” comporta una rivoluzione epistemologica, cioè la revisione dell’apporto dei sensi alla conoscenza razionale.
Il domenicano di Stilo fiorí nel secolo di Cartesio proponendo una dottrina decisamente alternativa a quelle del sistema “chiaro e distinto”.
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