L’atomismo quasi-spirituale di Anassagora da Clazomene
Nato attorno al 500 a.C., Anassagora fu forse l’inventore del termine “filosofia” e avvicinò il “logos” a un senso pre-platonico.
Nato attorno al 500 a.C., Anassagora fu forse l’inventore del termine “filosofia” e avvicinò il “logos” a un senso pre-platonico.
Protagora di Abdera osservò che ogni uomo ha anzitutto una “sua” verità, che certo chiede di essere commensurabile a quelle degli altri.
Spesso ridotti a meri precursori dell’atomismo moderno, i filosofi di Abdera hanno un’importante lezione epistemologica da darci.
Gli Ateniesi erano fieri della loro “democrazia”, eppure – osserva Gorgia – preferirebbero farsi curare da un retore piuttosto che da un medico.
Ciclicamente, anche la filosofia deve fare dei “ricorsi” nel mito, come avvenne già a Platone piú volte. Perché ciò accade?
Lo stato frammentario in cui la sua opera ci è giunta non ci permette valutazioni sommative, ma la sua lezione ha inciso come poche altre.
Le brachilogie e le (apparenti) contraddizioni del filosofo di Efeso si attenuano alquanto, se i suoi detti non vengono letti solo politicamente.
Il lavoro del filosofo assomiglia a quello della levatrice: aiuta a far uscire la verità dall’anima che l’ha dentro – ma non può crearla.
Perfidamente accusato di paternalismo, il giuramento di Ippocrate è semmai lo scomodo grillo parlante di una medicina ridotta a tecnica.
Il capitalismo democratico ha i suoi problemi, ma questi sono meno gravi di quelli di altri sistemi economici. Scoprite un pensatore insolito
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