Il nuovo Houellebecq, bellissimo e finto
C’è sempre una distanza tra l’artista reale e quello che s’indovina attraverso l’opera. Del resto non si sa mai quale dei due sia quello vero. Soprattutto nella letteratura – che pretende di essere un’arte della messa a nudo – mentre non c’è niente che bari più di un testo, e la sincerità – abbiamo finito per impararlo – è un artificio letterario come un altro. Nei suoi romanzi, Houellebecq gioca con sé stesso. I suoi narratori sono sempre dei veri-finti sosia, nei quali noi si cerca lui. Quando lo leggiamo, crediamo di sentirlo. Si fraternizza con lui. Egli fa parte di quegli scrittori che “introiettiamo”, come dicono gli psicologi.