La parabola di Campanella, vate della “riforma universale”
Il domenicano di Stilo fiorí nel secolo di Cartesio proponendo una dottrina decisamente alternativa a quelle del sistema “chiaro e distinto”.
Il domenicano di Stilo fiorí nel secolo di Cartesio proponendo una dottrina decisamente alternativa a quelle del sistema “chiaro e distinto”.
Recuperare Anassagora e Platone nel bel mezzo dell’era della Scolastica significa, per Cusano, dare di nuovo trascendenza e luce al pensiero.
La ricerca filologica su Platone è per Ficino lo strumento con cui formulare quella religione dotta di cui l’uomo ha bisogno.
Nato attorno al 500 a.C., Anassagora fu forse l’inventore del termine “filosofia” e avvicinò il “logos” a un senso pre-platonico.
Protagora di Abdera osservò che ogni uomo ha anzitutto una “sua” verità, che certo chiede di essere commensurabile a quelle degli altri.
Spesso ridotti a meri precursori dell’atomismo moderno, i filosofi di Abdera hanno un’importante lezione epistemologica da darci.
Gli Ateniesi erano fieri della loro “democrazia”, eppure – osserva Gorgia – preferirebbero farsi curare da un retore piuttosto che da un medico.
Senofane di Colofone fu il primo filosofo che propose di pensare “il Dio” al di là delle immagini antropomorfiche costruite dai poeti.
Ciclicamente, anche la filosofia deve fare dei “ricorsi” nel mito, come avvenne già a Platone piú volte. Perché ciò accade?
Lo stato frammentario in cui la sua opera ci è giunta non ci permette valutazioni sommative, ma la sua lezione ha inciso come poche altre.
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