Sperare anche per Erode (e per Turetta), come per Pranzini

William Holman Hunt, The Triumph of the Innocents, 1883 ca.

La festa dei santi Innocenti mi è sempre stata carissima, ma quest’anno mi coglie con un pensiero inedito: Cristo è nato anche per Erode (l’“amens tyrannus anxius” dell’innologia) e, in linea di principio, è morto anche per tutti i carnefici della storia, per offrire anche a loro – come a tutti noi – una decisiva possibilità di riscatto.

Non ci siamo scordati che Cristo è morto «per gli empî», e di solito non siamo tanto vanesî dal pretenderci immacolati… ma in fondo tutti pensiamo che i nostri peccati siano meno imperdonabili (e quindi piú perdonabili) di altri altrui. Simpatizziamo con gli Innocenti, come se potessimo presumere che – ove fossimo stati soldati di Erode – avremmo fatto obiezione di coscienza al suo ordine infanticida (ma poi «la 194 non si tocca» – per carità!); e ci ripugna l’idea che gli Innocenti abbiano potuto pregare per la conversione del mandante del loro massacro. Eppure questo è quanto l’Innocente avrebbe fatto, pochi decennî piú in qua; anzi Egli fece molto di piú perché nessun bambino è mai stato innocente quanto lui.

Murale per Giulia Cecchettin

Ma in fondo Erode è per noi una figurina da presepe, e dirci in pensiero per la sua sorte eterna resta pur sempre un pensierino postprandiale buono per accompagnare il caffè: invece ci siamo chiesti che Natale avrà passato Filippo Turetta in carcere (probabilmente il primo di molti, moltissimi)? Abbiamo sperato che qualche cappellano abbia osato avvicinarlo per restituirgli la Buona Notizia, e che il suo cuore si sia dischiuso a “Quei che volentier perdona”? Ecco che ci viene l’orticaria, perché “adesso non è che possiamo far finta di niente” e “Giulia Cecchettin meritava (?) di passarcelo lei, a casa, il Natale”.

Eppure Henri Pranzini (reo confesso, e impenitente) di un omicidio non meno odioso ed efferato di quello di Turetta, condannato non all’ergastolo ma alla pena di morte, fu preso sotto la poderosa ala di Teresa di Lisieux, che pregò per “il mostro” fino a quando – apprendendo la notizia del suo pentimento in extremis – questa esultò per lui come una madre dopo il parto del primogenito: «Mon premier enfant!».

Parlo da persona colpita da vicino da un caso simile, per insensata efferatezza, a quello di Giulia; mi rendo conto che sperare per i carnefici sia uno sforzo sovrumano per le vittime e/o per i loro cari, almeno qui in terra1Del resto si dovrebbe pure avere il coraggio di rimbeccare come si deve, una buona volta, i conduttori di programmi alla ricerca di lacrime e applausi, quando chiedono “lei perdona?”: il perdono è una cosa seria, spesso incredibile e sempre al di là delle forze umane – ma non si fa per procura, né si dà senza che sia implorato.. Non per nulla, tuttavia, Cristo volle e costituí la Chiesa. E quando disse “se uno ti percuote la guancia destra” non invitò quest’ultima (la vittima in sé) a porgere anche l’altra, ma l’interlocutore, cioè la Chiesa, che da sempre è stata impegnata nell’ímprobo, messianico ufficio di proporre i rimedî salutari a Thérèse come a Henri, a Filippo come a Giulia.

Tutto ciò non può che suonare e riuscire intollerabile, per il mondo (soprattutto per la “gente rispettabile” – chioserebbe Wilde): scandaloso, con termine paolino. Nondimeno, se il cristianesimo ha un senso, se il Natale ne ha uno, la festa dei santi Innocenti deve portarci a sperare per tutti, anche per Erode.

Note

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1 Del resto si dovrebbe pure avere il coraggio di rimbeccare come si deve, una buona volta, i conduttori di programmi alla ricerca di lacrime e applausi, quando chiedono “lei perdona?”: il perdono è una cosa seria, spesso incredibile e sempre al di là delle forze umane – ma non si fa per procura, né si dà senza che sia implorato.
Informazioni su Giovanni Marcotullio 298 articoli
Classe 1984, studî classici (Liceo Ginnasio “d'Annunzio” in Pescara), poi filosofici (Università Cattolica del Sacro Cuore, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, PhD RAMUS) e teologici (Pontificia Università Gregoriana, Pontificio Istituto Patristico “Augustinianum”, Pontificia Università “Angelicum”, PhD UCLy). Ho lavorato come traduttore freelance dal latino e dal francese, e/o come autore, per Città Nuova, San Paolo, Sonzogno, Il Leone Verde, Berica, Ταυ. Editor per Augustinianum dal 2013 al 2014 e caporedattore di Prospettiva Persona dal 2005 al 2017. Giornalista pubblicista dal 2014. Speaker radiofonico su Radio Maria. Traduttore dal francese e articolista per Aleteia Italiano dal 2017 al 2023.

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