Il pensiero di Marco Arosio, dal medioevo alla contemporaneità

di Luca Vettorello

All’Istituto Dehon si è tenuto un convegno in commemorazione dell’importante studioso medievista Monzese

Nella serata di sabato 26 ottobre si è celebrato l’anniversario della scomparsa di Marco Arosio

Sabato 26 ottobre si è tenuto a Monza un convegno commemorativo in onore del professor Marco Arosio, per ricordarne la memoria a 15 anni dalla sua scomparsa. L’illustre studioso, esperto di Storia della filosofia medievale, si spense prematuramente a soli 45 anni, lasciando una mole di preziosissimi lavori ancora inediti, che sono stati recuperati e vengono progressivamente pubblicati grazie alla dedizione del dott. Franco Arosio, suo padre, e a un gruppo di studiosi che si sono impegnati nell’opera di curatela.

Il convegno commemorativo si è tenuto nell’Aula Bella del prestigioso Istituto Dehon, gremita per l’occasione da un pubblico molto numeroso.

L’evento si è aperto con i saluti introduttivi del prof. Davide Riserbato, docente di Teologia presso l’università Cattolica di Milano, che ha ricordato la figura di Marco e ha svolto la funzione di moderatore dei vari interventi.

Don Samuele Pinna, sacerdote della Diocesi di Milano, scrittore e saggista poliedrico, ha tenuto la prima relazione, nella quale sono stati ripercorsi i punti salienti della vita professionale e personale del professor Arosio, peraltro riprendendo e citando pagine significative tratte dai diari personali che Marco era solito tenere. Samuele Pinna ha sottolineato in modo particolare la dedizione che Arosio aveva per i suoi studenti, nonché alcune riflessioni che Marco aveva condotto sul senso dell’esistenza dell’uomo, il cui valore è stato ravvisato non tanto nella lunghezza cronologica e negli anni vissuti, quanto piuttosto nella pienezza e nella densità con cui la vita viene vissuta.

La locandina dell’evento

Il secondo intervento è stato svolto dal prof. Alessandro Ghisalberti, docente emerito di Filosofia teoretica e di Storia della filosofia medievale in università Cattolica, che ha offerto all’uditorio un assaggio della profondità culturale dei lavori di Marco: nello specifico, sono stati menzionati gli studi che Arosio condusse su San Bonaventura da Bagnoregio, importante filosofo e teologo medievale. Arosio dedicò una particolare attenzione a questo autore, fornendo un contributo importante alla sua ricezione e comprensione nel nostro mondo attuale, dandoci una chiave di lettura per tradurre e capire meglio il senso del suo pensiero. Ghisalberti è riuscito ad elaborare una sintesi eccellente dei lavori di Marco su Bonaventura, facendone emergere la complessità delle questioni, soprattutto in riferimento dell’aspetto cronologico e stratigrafico degli scritti bonaventuriani, che erano stati al centro delle attenzioni di Arosio.

Della terza relazione si è occupato Andrea Nannini, esperto medievista dell’Istituto di Storia di Teologia dell’Università della Svizzera Italiana, che ha parlato della figura di Bartolomeo da Colle, un altro autore medievale molto caro ad Arosio. Predicatore dell’Osservanza francescana, e fondatore dei Monti di Pietà, è stato un ideatore ante litteram del sistema di microcredito. Nannini, riprendendo gli studi di Arosio, ha evidenziato l’aspetto innovatore, rivoluzionario, nonché profondamente cristiano e rivolto al bene sociale, di quest’attività economica e bancaria: in un’epoca storica in cui usualmente i tassi di interesse dei prestiti erano quasi a livelli di usura, l’opera di Bartolomeo da Colle ha riportato equilibrio e giustizia sociale.

Infine, l’ultimo intervento è spettato a Luca Vettorello, filosofo, teologo e bioeticista presso l’Università Cattolica, che ha presentato il tema, attualmente molto dibattuto, del rapporto tra fede e ragione. Anche questa era una tematica alla quale Marco Arosio dedicò molto impegno, recuperando il concetto di “intellectus fidei” (l’intelligenza della fede) di matrice medievale, sempre in riferimento a San Bonaventura. Vettorello ha mostrato come la contrapposizione tra fede e ragione sia in realtà un falso problema, presente solo nell’epoca contemporanea, a causa di una concezione ristretta che attualmente si ha della ragione: nel medioevo, invece, la filosofia cristiana era percepita come un naturale e razionale proseguimento della filosofia antica, in quanto mossa dagli stessi obiettivi, ossia la ricerca del senso del mondo (l’ἀρχή) e la ricerca del senso della vita. L’intellectus fidei, indagato da Arosio, rappresenta proprio l’intrinseca razionalità delle verità rivelate a proposito del senso ultimo della realtà.

Il convegno si è concluso con una testimonianza molto toccante e divertente: Maurizio Parolini, un ex compagno di classe di Marco, ha rievocato alcuni aneddoti risalenti ai tempi della scuola, raccontando il carattere e la personalità del suo amico nella vita di tutti in giorni, riportando così in presa diretta una versione di Marco meno in veste di docente e studioso, e più familiare e personale, che ha commosso tutto il pubblico presente. 

Lascia il primo commento

Di’ cosa ne pensi