Senofane di Colofone e… la prima teologia negativa

Pensare il divino oltre le secche dell’antropomorfismo in una critica costruttiva all’epica ed al mito, da cui la grecità aveva tratto alimento, più che qualunque altra cultura. Fu questo il compito di Senofane di Colofone che, ponendo in modo rivoluzionario problematiche teologiche, favorì il sorgere dell’ontologia parmenidea, pur se in modo sostanzialmente indipendente dagli eleati.

Ma i meriti di questo pensatore, spesso sottovalutato, non si fermano qui: libera non dal gusto di cercare il divino in una dimensione razionale, ma dal formale ossequio alla religiosità dei poeti, l’adolescente filosofia può ora navigare in mare aperto. Senofane ebbe un’esistenza intensa: nacque attorno al 570 a.C. e fu girovago fino all’età di 92 anni, un vero record di longevità, se paragonato alla vita media di quei tempi. Ma anche, forse, l’indizio dell’audacia di una critica che, proprio per la sua sconvolgente radicalità, si riverberava nella biografia del suo stesso autore. 

Occorreva, secondo il filosofo, pensare il Dio in un modo nuovo, perché

Se le bestie avessero mani e potessero effigiare dèi, li farebbero in forma di animali; così come gli etiopi, che sono neri e camusi, rappresentano le loro divinità nere e camuse.

Una critica corrosiva che coinvolge anche Omero ed Esiodo, cantori di dèi diversi dall’uomo solo dal punto di vista quantitativo, ma non da quello qualitativo. Ed è in ragione di questa differenza unicamente di grado, che gli abitatori dell’Olimpo amplificano non solo le virtù, ma anche i vizi propri degli umani.

L’antropomorfismo, vero tarlo della religione pubblica greca, non concerne solo l’apparenza fisica, ma involve i caratteri e le passioni, e questa pare a Senofane, la circostanza più grave. Insomma: un divino insoddisfacente, troppo vicino a noi per fungere da sprone, ma anche, non contraddittoriamente, troppo lontano da noi per farsi udire. È quindi titanico lo sforzo astrattivo del pensatore di Colofone nel rappresentare una divinità strutturalmente diversa anche dal migliore dei mortali:

Egli, il Dio, tutto intero vede, tutto intero pensa , tutto intero ode… con la forza della sua mente tutto fa vibrare.

Un Dio che rimane sempre nel medesimo luogo, come cosmo, criterio ordinatore del mondo, pensiero fecondo questo che Platone ed Aristotele svilupperanno nei suoi diversi aspetti. Innestato nel potente razionalismo ellenico, il logos mostra la sua carica corrosiva, al pari della medicina ippocratica e dell’ontologismo parmenideo. Una carica veemente: se la stessa demitizzazione senofanea non si ferma, tanto che ne è vittima persino la Dea Iride. Si tratta della personificazione esiodea dell’arcobaleno che il pensatore di Colofone identifica naturalisticamente con una nube dalle precise caratteristiche cromatiche.

Non più involti nella spiegazione dei fenomeni naturali, gli Dèi, certo in un senso diverso, diverranno in Platone idee e in Aristotele quel primo motore che muove il sole e le stelle. Ma per scalare tali vette, occorreva prima liberarsi definitivamente dalla zavorra antropomorfica, tanto che, dopo Senofane, l’uomo occidentale non sarà più costretto a pensare il divino in forme umane.

Almeno fino a quando, nell’agostiniana terza navigazione, avvinto al legno della Croce, Dio stesso non scenderà nei recessi della nostra vicenda, ma questa è veramente un’altra storia.

Informazioni su Alessio Conti 33 articoli
Nato a Frascati nel 1974, Alessio Conti è attualmente docente di storia e filosofia presso il Liceo Scientifico statale Bruno Touschek di Grottaferrata. Dottore di ricerca in discipline storico filosofiche, ha pubblicato con l'editrice Taυ due libri (Fiat lux. Piccolo trattato di teologia della luce [2019], e Storia della mia vista [2020]). Già docente di religione cattolica per la Diocesi di Roma, è attivo nel mondo ecclesiale all'interno dell'Azione Cattolica Italiana di cui è responsabile parrocchiale del gruppo adulti. Persona non vedente dalla nascita, vive la sua condizione filtrandola grazie a due lenti, quella dello studio, e quella di un'ironia garbata e mordace, che lo porta a vivere, e a far vivere, eventi e situazioni in modo originale.

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