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La grande nostalgia di Parmenide (e nostra) per l’Essere
Lo stato frammentario in cui la sua opera ci è giunta non ci permette valutazioni sommative, ma la sua lezione ha inciso come poche altre.
Lo stato frammentario in cui la sua opera ci è giunta non ci permette valutazioni sommative, ma la sua lezione ha inciso come poche altre.
Le brachilogie e le (apparenti) contraddizioni del filosofo di Efeso si attenuano alquanto, se i suoi detti non vengono letti solo politicamente.
Desta sconcerto, quasi al pari dei fatti, il coro dei commenti che accusano la ragazza, perfino dandole del “demonio” e osannano l’aborto.
Il lavoro del filosofo assomiglia a quello della levatrice: aiuta a far uscire la verità dall’anima che l’ha dentro – ma non può crearla.
Perfidamente accusato di paternalismo, il giuramento di Ippocrate è semmai lo scomodo grillo parlante di una medicina ridotta a tecnica.
Non per inneggiare allo storicismo assoluto, ma il “presentismo” dell’attuale cultura pop anestetizza il giudizio estetico ed etico.
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