Ci sono diverse ragioni per le quali non trovo utile prendere parola sull’orribile vicenda che ha posto fine alla vita terrena di Christopher Thomas, al quale sono stato e sono vincolato da legami indissolubili.
Ciononostante mi sono rispecchiato appieno (e non era affatto scontato) nelle parole che ieri sono state pronunciate ai suoi funerali: quelle dell’Arcivescovo di Pescara Tommaso Valentinetti nell’omelia, certamente1Certamente in margine, ma va segnalata la duttilità esegetica del presule, che ha voluto lasciare le difficili letture del giorno (2Re 25,1-12, Sal 136 (137) e Mt 8,1-4) ed è riuscito a trarne degli spunti assai efficaci – soprattutto dal salmo, dalla figura di Sedecia e dalla lebbra di cui nel Vangelo.; quelle del Sindaco di Rosciano, Simone Palozzo, alla fine del rito funebre; e quelle del “prete antidroga” di San Basilio Antonio Coluccia2Ringrazio per le registrazioni, amichevolmente condivise, il collega Davide De Amicis, la cui cronaca trovate su Avvenire.. Qui a destra trovate una registrazione dell’evento (anche se le riprese sono quasi tutte da esterno).
Uno spazio particolare vorrei però riservarlo alla “Lettera aperta a mio nipote Christopher ed a tutti i giovani”, scritta da Olga Cipriano, la nonna di Christopher Thomas e letta da un suo nipote. Chi ha avuto modo di incontrarla, nei giorni scorsi, l’ha trovata “rivestita di una grazia particolare”: pur nell’evidente prostrazione dovuta all’incolmabile dolore, nonna Olga non lesinava parole, raccomandazioni, preghiere, scongiuri ai ragazzi presenti – “sermoni”, diceva lei non senza una punta di tragica autoironia.
Nelle righe seguenti, vergate alla vigilia dei funerali, si trovano in qualche modo raccolti i temi dominanti di quei “sermoni” elargiti a braccio nei due giorni di camera ardente. Eccone il testo:
Cri, sei stato con me sin dall’inizio. Ti ho accolto tra le mie braccia quando non ancora avevi aperto gli occhi al mondo, lo stesso mondo che poi Ti ha tradito.
Ti voglio ricordare come quando da bambino eri con me nel lettone e inventavamo storie fantastiche con mille personaggi buffi, per ore e ore, fino ad addormentarci insieme. Oppure come quando, per ogni San Valentino, mi lasciavi bigliettini d’affetto e d’amore nascosti in giro per casa.
Sin da quando eri bambino io e te siamo stati insieme nella ricerca della felicità e del Tuo posto nel mondo. Un posto che adesso, senza di Te, sarà piú buio.
Il vuoto che resta lascia sgomenti me e tutte le persone che Ti vogliono bene, che sono oggi qui a ricordare il bimbo, il ragazzo che eri e l’uomo che saresti stato. Perché sí, saresti stato un grande uomo ed io sarei stata fiera di Te, come lo sono sempre stata.
Spero che la Tua assenza possa essere di monito ai tanti giovani qui presenti, che siano loro a cambiare questo mondo marcio e a renderlo un posto migliore.
Desidero che comprendano l’importanza della famiglia e di quanto essa sia sempre un posto sicuro. Un luogo dove poter essere fragili, parlare delle proprie paure e delle proprie insicurezze; crescere e prepararsi alle asperità della vita.
Mi rivolgo anche a chi definisce gli amici la propria famiglia: sentitevi liberi di essere voi stessi anche con loro, a discapito degli imbarazzi e delle inquietudini adolescenziali, perché solo in questo modo sapranno vedervi per quello che realmente siete e resteranno al vostro fianco per tutta la vita. Dimostrandosi, cosí, veri amici.
Chiedo ai genitori di stringere forte i propri figli. Chiedo ai nonni, agli zii, ai fratelli ed alle sorelle, a tutti coloro qui che vogliono bene a chi hanno a fianco, di non darsi mai per scontati e che si stringano l’una all’altra.
Fatelo con me e per me. Fatelo anche al mio posto e fatelo per Cri.
Abbracciatevi e ricordate sempre di esserci gli uni per gli altri.
Con tutto l’amore a te, mio adorato.
La tua
Nonna e Mamma
C+O Olga
Note
↑1 | Certamente in margine, ma va segnalata la duttilità esegetica del presule, che ha voluto lasciare le difficili letture del giorno (2Re 25,1-12, Sal 136 (137) e Mt 8,1-4) ed è riuscito a trarne degli spunti assai efficaci – soprattutto dal salmo, dalla figura di Sedecia e dalla lebbra di cui nel Vangelo. |
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↑2 | Ringrazio per le registrazioni, amichevolmente condivise, il collega Davide De Amicis, la cui cronaca trovate su Avvenire. |
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