Una ineffabile esperienza di amore infinito
1) Un’esperienza d’amore
Piú che una semplice luce, quel che spesso ha segnato i testimoni di esperienze di morte imminente è l’amore indicibile che hanno sentito incontrando un essere irraggiante luce. Ecco alcune esperienze notevoli.
Un uomo d’affari si schiantò con la sua Ferrari contro un albero e morí clinicamente. Avrebbe poi testimoniato di aver fatto un incontro:
Sapevo che era Lui, che era l’Eterno […]. La sua voce aveva la potenza e la forza di centomila folgori. Era di una possanza… Non posso spiegarlo. Non volevo lasciarLo.
Riportato da Pierre Jovanovic, Enquête sur l’existence des anges gardiens, 91
Secondo l’esperienza riportata dal soldato americano George Ritchie, clinicamente morto dopo un’esercitazione intensiva, questa forza ha una dimensione particolare: nel 1999 ne avrebbe dato testimonianza in un libro (Ritorno dall’Aldilà).
Ancora piú che potenza, ciò che promanava da quella Presenza era un amore incondizionato. Un amore sorprendente. Un amore che andava al di là dei miei sogni piú folli.
Riportato da Patrick Theillier, Expériences de mort imminente, 51
Betty Eady, riconosciuta clinicamente morta il 18 novembre 1973 a seguito di un’emorragia durante un intervento chirurgico, nel 1992 ha scritto un libro-testimonianza intitolato Abbracciata dalla luce. Vi si legge:
Ho avuto la sensazione di essere assorbita, e provavo un’immensa esplosione di amore. Era un amore incondizionato: apriva le sue braccia per accogliermi, io mi sono avvicinata e mi ha avvinta. Ripetevo incessantemente: «Sono a casa mia. Sono a casa mia. Finalmente sono a casa mia».
Riportato da Patrick Theillier, Expériences de mort imminente, 54
[C’è poi la testimonianza di una donna riportata dal già citato Theillier]:
Prima della mia esperienza immagino di essere stata come la maggior parte delle persone: lottavo per avere una migliore immagine di me stessa. Allora però ho veramente sperimentato quanto ero preziosa e amata da Dio.
Riportato da Patrick Theillier, Expériences de mort imminente, 63
C’è quella vissuta da un giovane di quattordici anni:
Dio mi è apparso in una luce bianca. Non potevo guardarLo in faccia, ma la Sua voce risuona ancora nella mia testa come se fosse stato ieri; essa era la comprensione, la sapienza stessa e mi faceva sentire tutto il suo amore per me.
Riportato da Pierre Jovanovic, Enquête sur l’existence des anges gardiens, 91
C’è poi quella vissuta dalla giovane Beverly, californiana ventenne che aveva tentato di darsi la morte:
Lí davanti a me stava la presenza viva della Luce. Dentro di me sentii l’intelligenza, la sapienza, la compassione, l’amore e la verità.
Riportato da Pierre Jovanovic, Enquête sur l’existence des anges gardiens, 65
Bisogna sapere che questa donna aveva perduto ogni speranza davanti alle sofferenze del mondo. Nella sua memoria precisa di aver sottomesso le sue domande a quell’essere di Luce:
L’ho immediatamente assalito con tutte le questioni che m’intrigavano, tutte le ingiustizie che avevo visto nel mondo fisico. […]
Non mi ricordo esattamente del contenuto della nostra discussione, perché nel processo di ritorno le impressioni che in Cielo mi erano state tanto perfettamente chiare non mi seguirono sulla Terra.
Sono sicura di averGli posto la questione che mi tormentava fin dalla mia infanzia a proposito delle sofferenze del mio popolo [Beverly è ebrea, N.d.R.]. Mi ricordo di questo, della risposta: c’è una ragione per tutto quello che accade, anche se può sembrare orribile nel mondo fisico.
Nel mio foro interno avevo le risposte, e la mia coscienza reagiva allo stesso modo: «Ma certo!»
Riportato da Pierre Jovanovic, Enquête sur l’existence des anges gardiens, 91
2) Esperienze negative
È bello leggere queste cose, no? Bisogna però precisare che l’esperienza non è stata positiva per tutti i testimoni. Si stima attorno al 20% la percentuale delle esperienze in parte o totalmente negative.
Talvolta ci sono passaggi dal positivo al negativo, come nella testimonianza della dottoressa Gloria Polo di cui si diceva poco sopra: dopo aver visto la dolce e bella luce d’amore, ella si trovò infatti aspirata verso il basso. Se ne ricorda cosí:
Presto cominciai a scendere passando per dei tunnel totalmente oscuri. Non c’è alcuna continuità tra l’oscurità di quel luogo e la piú completa oscurità della terra […]. Quell’oscurità suscitava sofferenza, orrore e vergogna.
Riportato da Patrick Theillier, Expériences de mort imminente, 127
Il soldato Georges Ritchie ha dolorosamente riportato:
Quel che ho visto lí mi ha inorridito ben piú di tutto quello che ho potuto vedere in vita mia. Poiché quando siete lí potete dire che cosa pensano gli esseri di quel luogo, sapete anche che sono pieni di odio, di doppiezza, di menzogna, di un amor proprio che tracima nella megalomania e di una lubricità sessuale aggressiva che li portava a perpetrare atti abominevoli gli uni sugli altri. Questo spettacolo spezzava il cuore del Figlio di Dio, che restava dietro di me.
Riportato da Pierre Jovanovic, Enquête sur l’existence des anges gardiens, 91
Tali visioni negative sono spaventose, ma si constata soprattutto che esse hanno condotto i soggetti a degli importanti cambiamenti di vita, un po’ come accadde a Benoîte [Rencurel, N.d.T.], la quale dopo essere stata condotta alle porte dell’inferno ricevette questo messaggio angelico:
L’angelo le disse pure: «Avete visto, figlia mia, quelle fiamme e quei fuochi! Questa persona che voi sapete [ella glie la nomina], cosí impaziente… se non apprenderà la pazienza verrà lí, figlia mia. Avvertitela di ciò perché approfitti dell’avvertimento ed eviti queste pene.
Manoscritti del Laus, CA A. p. 466 [512]
Talvolta l’avvertimento viene da Dio stesso, senza che il soggetto faccia l’esperienza di un luogo particolare. È quanto sarebbe accaduto a un giovane prete, Stephen, che dopo 12 anni di ordinazione fu coinvolto in un incidente:
Non ho visto alcun tunnel, né alcuna luce, né ho avuto una visione d’insieme della mia vita. Sapevo semplicemente di trovarmi, in quell’istante, davanti a Lui, e che non era possibile alcuna argomentazione o discussione: ero nudo. Egli ha detto: «Quest’uomo è prete da dodici anni per sé stesso, non per Me. Andrà lí dove merita». Poi sentii la voce di Sua Madre […]: «Figlio Mio, diamogli qualche grazia e vediamo se per l’avvenire porterà frutti e se tornerà a Te».
Riportato da Pierre Jovanovic, Enquête sur l’existence des anges gardiens, 106
Il prete continua cosí la sua testimonianza:
Da quel momento il mio sacerdozio è stato completamente trasformato, e oggi non ho che un solo rimpianto: tutti quegli anni di ministero sprecati a interessarmi a cose che non riguardavano Dio né i suoi fedeli.
Riportato da Pierre Jovanovic, Enquête sur l’existence des anges gardiens, 106
3) Un’esperienza di amore mai solo
Torniamo alle esperienze positive, anche se le esperienze negative hanno spesso degli esiti positivi: mi sembra però importante che, nelle esperienze positive, la sensazione di amore incondizionato viene dall’“Essere di luce” ma si dispiega anche in un amore che passa attraverso altre persone.
Numerosi beneficiari di esperienze di morte imminente parlano dell’incontro con esseri benevoli, sorridenti, talvolta pieni di humour. La loro semplice presenza basta a non inquietare il soggetto, anzi al contrario a fargli vivere tutto in una profonda pace.
Alcuni soggetti vedono degli angeli, altri assicurano di aver riconosciuto dei parenti defunti, altri ancora sono convinti di aver incontrato dei santi. Vediamo alcuni esempi.
Il giovane Jason, 11 anni, ha avuto un grave incidente in bicicletta. Clinicamente morto, avrebbe poi testimoniato della presenza di due persone che l’avrebbero aiutato:
Non sapevo dove mi trovassi, con precisione, ma volevo andare verso la luce che vedevo in fondo. Quelle due persone mi hanno detto che tutto sarebbe andato bene e che mi avrebbero condotto verso la luce. Li sentivo raggianti d’amore […]. Potevo dire ciò che pensavano e loro potevano vedere cosa pensavo io.
Riportato da Pierre Jovanovic, Enquête sur l’existence des anges gardiens, 59
Il padre Derobert, di cui sopra, afferma da parte sua:
Vidi Maria, meravigliosamente bella nel suo mantello di luce, che mi accoglieva con un sorriso indicibile.
Riportato da Patrick Theillier, Expériences de mort imminente, 127
Numerosi testimoni assicurano di aver visto anche parenti e amici defunti, con uno sguardo purificato da ogni pregiudizio. La dottoressa Gloria Polo ne dà testimonianza:
[Sulla terra] discriminavo chi era obeso, chi di colore o sgraziato, perché avevo sempre dei pregiudizi. Fuori del mio corpo, consideravo gli esseri dall’interno: quanto è bello vedere la gente dall’interno!
Riportato da Patrick Theillier, Expériences de mort imminente, 122
4) Che sguardo su chi si ama e resta sulla terra?
Se l’incontro con amici e parenti in questa dimensione oltre la vita è gradevole, luminoso, appagante, che cosa dire di quanti si lasciano sulla terra?
Mi pare interessante notare che, nella maggior parte dei casi, la tristezza di amici e parenti che restano sulla terra è una realtà alla quale la persona pensa sul principio della sua esperienza extracorporea, ma la stessa tristezza viene poi come integrata in qualcosa di piú grande, al punto che spesso perde il suo carattere – diciamo – “prioritario”. Vediamo qualche esempio.
Nancy Meier cadde da una scala nel 1975, quando aveva 35 anni. Un’emorragia interna la condusse alla morte clinica. Ne avrebbe poi testimoniato:
Avevo due figlie e un figlio piccoli ma non volevo tornare [sulla terra]. Volevo restare. Ve l’immaginereste? Abbandonare i miei bambini? Ma era cosí meraviglioso! Le parole non possono dire quel che sentivo.
Riportato da Pierre Jovanovic, Enquête sur l’existence des anges gardiens, 59
Una donna di 43 anni ha avuto gravi complicazioni durante un parto, è caduta in morte clinica e poi ne avrebbe testimoniato:
Sentivo una grande compassione per mio marito e mia figlia, ma non provavo alcun attaccamento, né rammarico per il fatto che li stavo lasciando.
Riportato da Pierre Jovanovic, Enquête sur l’existence des anges gardiens, 68
Questi pensieri – che sembrano aver fatto preferire la beatitudine del Cielo alla cura della propria famiglia – potrebbero essere giudicati come egoisti. Si tratta piuttosto di uno sguardo nuovo: le relazioni terrene sono viste alla luce del loro dispiegarsi eterno. Allora la tristezza della separazione è trasformata in altro, in un bene piú gioioso e appagante.
Mi sembra interessante e degno di riflessione in rapporto ai nostri lutti. Perché certo, noi soffriamo della dipartita di quanti ci hanno lasciati, evidentemente – è la prova che li amiamo –; ma la speranza di saperli nella gioia eterna è per noi ancora piú grande della tristezza della separazione?
5) Un’esperienza d’amore compatibile con la Rivelazione
Per rileggere tutto ciò alla luce della rivelazione pasquale, direi che queste esperienze – quali che siano l’autenticità di alcune o i dubbi su altre – ci invitano a oltrepassare la nostra piccola percezione della realtà per aprirci a qualcosa di piú grande. Esse riportano tutte a un’altra dimensione della vita, una volta che i nostri anni sulla terra sono terminati.
Queste esperienze dunque non sono delle prove, ma risultano nondimeno coerenti con la fede nella risurrezione che noi come cristiani proclamiamo.
Tale fede si fonda infatti sulla confessione dell’amore infinito di Dio per noi. «Dio è amore», dice san Giovanni (1Gv 1,14). Nel mistero pasquale contempliamo l’amore che è andato fino in fondo alla sua espressione piú concreta. San Paolo riconosce:
Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
Rom 5,7-8
L’amore di Dio è totale, incondizionato – e i testimoni di esperienze di morte imminente parlano di un Essere d’amore che li ha accolti.
Tale incontro resta però su un piano apofatico, nell’ordine dell’inesprimibile: esso oltrepassa le nostre parole umane, oltrepassa la nostra esperienza del reale. Io trovo interessante che i testimoni di esperienze di vita dopo la morte si dicano incapaci di descrivere bene quel che hanno vissuto. Se avessero semplicemente “descritto cose” avremmo potuto diffidare della loro testimonianza: essi però insistono nel dire che quanto hanno vissuto supera tutto ciò che si può immaginare…
Qual è colui che somniando vede,
che dopo il sogno la passione impressa
rimane e l'altro alla mente non riede,
cotal son io, ché quasi tutta cessa
mia visione, ed ancor mi distilla
nel cuore il dolce che nacque da essa.
(Dante, Pd XXXIII,58-63)
Penso allora a Benoîte Rencurel, che durante un’esperienza mistica visitò il paradiso. I manoscritti del Laus riportano:
Quando ella [Benoîte] fu un poco avanzata nel paradiso, vedeva i beati piú splendenti del sole, ciascuno al suo posto, di una bellezza e di uno splendore che la stessa non ha saputo esprimere.
Manoscritti del Laus, CA G. p. 187 VIII [233]
L’amore di Dio è inesprimibile. Non cercheremo di rappresentarlo altrimenti che col segno della croce: mistero di offerta totale! Segno di un amore talmente indescrivibile che lo si esprime solo con una tomba vuota e con una professione di fede piena di speranza, come fu per il grande mistico san Giovanni della Croce, il quale diceva:
Credo fermissimamente che un grande Amore mi attende. Adesso che la mia ora è prossima, che la voce dell’Eternità mi invita a oltrepassare la parete, quanto ho creduto lo crederò ancora piú fortemente nel passo della morte. È verso un amore che cammino mentre vado via, è verso il suo Amore che tendo le braccia, è nella Vita che discendo dolcemente.
Se muoio, non piangete: è un Amore che mi prende dolcemente. Se ho paura? E perché no? Ricordatemi spesso, semplicemente, che un Amore mi attende. Il mio Redentore mi aprirà la porta della Gioia, della sua Luce.
Jean de la Croix, Maximes et pensées spirituelles, Paris 2011, 87
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