Siamo venuti a conoscenza di un articolo sul nostro Liceo Giulio Cesare, pubblicato on line sul sito di Repubblica Roma in data 22 febbraio u.s..
Già il titolo fa ben intendere quale sia il taglio dell’articolo, perché se le parole hanno ancora un senso (soprattutto nella comunicazione), il loro utilizzo non può essere certo casuale! “Liceo Giulio Cesare, chi è Paola Senesi: la preside che piega gli studenti e divide il quartiere”… piegare gli studenti e dividere il quartiere. Già il titolo, evocando un’immagine lontana da quella reale, avrebbe meritato immediata replica, ma nel volere dare una chance alle nostre cortesi autrici, abbiamo pensato di leggere tutto l’articolo, di documentarci bene e con informazioni certe, come ci si aspetterebbe da ogni giornalista/autore di articoli; l’abbiamo pensato noi genitori, che giornalisti non siamo… ma che insegniamo ai nostri figli l’importanza di approfondire sempre, di non fermarsi mai alla superficie delle cose, di ricercare sempre la Verità ed evitare il facile sensazionalismo. E soprattutto testimoniamo il rispetto delle idee altrui, rivendicando il diritto di poter sempre esprimere le proprie idee.
Tutto l’articolo, purtroppo, nei toni e nella modalità espressiva, va nella direzione esattamente opposta a quello in cui noi crediamo. Sulla vicenda in sé ci sono già comunicati, dichiarazioni che chiariscono nello specifico quanto avvenuto, sia da parte della Dirigente scolastica che dei ragazzi, e che evidenziano inequivocabilmente la realtà dei fatti accaduti che peraltro le stesse autrici dell’articolo per onestà di verità sono state costrette a riportare al termine del loro articolo, senza tuttavia potersi esimere dal definirli come «un’apparente pax dal sapore agrodolce».
Come genitori del Consiglio di Istituto, membri eletti dai genitori del Liceo Giulio Cesare, esprimiamo la nostra più totale disapprovazione verso ogni tentativo di strumentalizzazione “ideologica” e “politica” di quanto avviene all’interno delle attività del Liceo Giulio Cesare. Non consentiamo che continuino ad utilizzarsi gratuitamente termini come “liceo nero” o di qualunque altro colore! Lo chiediamo non solo per rispetto nostro, ma soprattutto dei nostri figli: i ragazzi non sono merce di scambio per le vostre battaglie politico/ideologiche e sono ben lontani dalla definizione con cui le “gentili” giornaliste del tutto gratuitamente e arbitrariamente li etichettano «…più che giovani affamati di rivoluzione, sembrano parole da consumati politici della prima repubblica».
La nostra scuola ha dei fini educativi ben più elevati, in cui noi crediamo profondamente e per tale ragione ne rivendichiamo il rispetto come Istituzione. Allo stato dei fatti rinnoviamo la nostra piena fiducia alla Dirigente scolastica, al Corpo Docente e quanti, a diversi livelli, collaborano all’interno del Liceo. E soprattutto ringraziamo tutti i nostri ragazzi che hanno continuato in questi giorni a vivere la loro scuola serenamente, lasciando tutte queste polemiche all’esterno e dando loro il giusto peso, dimostrando in questa vicenda una maturità e autonomia di pensiero che di questi tempi è davvero merce rara.
Di’ cosa ne pensi