Arrivato finalmente il dato nazionale corretto dei test giornalieri – errore inverosimile per un Molise che nel riepilogo presentava 280mila tamponi, più del 90% della popolazione (ma è possibile che a 6 mesi dall’epidemia nessuno li controlli prima di pubblicare?) – oggi rispetto a ieri osserviamo +140 (1210) positivi con circa 10mila tamponi in meno (67.371), ad ennesima riprova che l’incremento di positivi agostano è parte di un incremento reale dell’estensione del contagio, non un effetto apparente dell’aumento di tamponi.
In particolare osserviamo un aumento non in base al numero dei tamponi ma secondo le modalità con cui vengono selezionati i campioni per la porzione diagnostica dei test molecolari. Settimana scorsa abbiamo superato quota 600 al giorno, questa 1200, per un tempo di raddoppio sui nuovi casi appena superiore alla settimana. È molto probabilmente l’effetto soprattutto del tracciamento, che mediamente individua 2 infetti per ogni infetto di primo livello: una media che ha cominciato a diventare rappresentativa da questa settimana, vedi report ISS, con i nuovi cluster che ricominciano a generare contagio intrafamiliare. A questo proposito l’intervista odierna del direttore dello Spallanzani Vaia aiuta a capire non solo la variazione epidemiologica generale, ma anche la redistribuzione di una parte dei nuovi infetti per le fasce d’età più a rischio.
I dati di rilevanza clinica mostrano un incremento significativo di ospedalizzazioni: +47, i ricoveri odierni sono hanno portato a circa il 5% di aumento su quelli totali (971). Riassorbita la fluttuazione di ieri sulle terapie intensive, che tornano a 69. Ovviamente si tratta di dati molto lontani dalla soglia d’allarme, ma che danno segnali concordi alla curva del contagio prevalentemente asintomatico e paucisintomatico.
Il bilancio sulla media mobile delle ultime 4 settimane è una variazione del +129,1%. Questo dato ci dà la possibilità di valutare l’entità dell’incremento del più piccolo intervallo al netto di oscillazioni periodiche infrasettimanali, rispetto ai precedenti mensili. Anche da questo dato si comprende come non sia il numero dei tamponi a determinare l’aumento di positivi: a fronte di una variazione dei positivi del 129,1%, i tamponi sono aumentati rispetto alla media relativa delle 4 settimane solo del 39%, chiudendo questa a 450mila.
Per quanto il termine di paragone della media delle 4 settimane non sia omogeneo, è un ottimo indicatore per comprendere l’andamento esponenziale e si può comparare facilmente con le altre epidemie nazionali in Europa. In Germania per esempio l’incremento è meno ripido, vale +72%, mentre la Francia è appena superiore a noi, col +131%. Cosa significa?
La Francia questa settimana ha registrato più di 24mila positivi. Non si misurava questo dato da 4 mesi e mezzo, ovvero dal pieno dell’epidemia di metà aprile. Allora il sommerso era chiaramente di più, ma il tasso di positività settimanale sui tamponi fatti è al 3,6% (valore stazionario rispetto a quella passata): la Francia fa cioè più di 650mila tamponi a settimana. Noi speriamo di superare quota 500mila settimana prossima. Ma se dovessimo continuare a registrare queste ripidità nell’andamento plurisettimanale rischieremo di recuperare il gap dei 4mila positivi medi entro un mese. Come evitarlo?
Test&trace, test&trace, test&trace! Da questa settimana abbiamo cominciato a fare sul serio, ma il grosso del contagio ferragostano deve ancora esplodere oltre l’incubazione fisiologica, per cui sarebbe superficiale sperare di non osservare un ulteriore incremento.
In chiusura, qualcuno di illustre ed autorevole questa settimana ha cercato di presentare gli andamenti epidemici di Spagna, Regno Unito ed Olanda come delle piccole ondate già in rientro. Non è affatto così, com’è possibile osservare anche solo dalla media mobile sui 7 giorni. Consiglio anche l’analisi dati nell’editoriale di Kiko Llaneras e Artur Galocha su El Pais di oggi per capire come la Spagna sia in piena emergenza crescente, specialmente a Madrid e in Aragona.
Nel grafico di OurWorldinData, le epidemie europee dal contagio per milione di abitanti (media mobile 7 giorni).
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