Qualche giorno fa stavo pensando a quello che racconterò ai miei figli quando mi chiederanno “Cosa hai fatto in Erasmus?”. Ho riflettuto a lungo e le prime risposte che mi venivano riguardavano i posti che ho visitato, i libri che ho comprato e le persone che ho incontrato. Poi, pensandoci un attimo su, mi sono detta: «Il mio Erasmus è stato anche altro. Anzi, soprattutto altro. Ho vissuto un’esperienza di fede!».
Sembra strano associare il binomio fede-Erasmus, ma la religione è parte della nostra identità e quando si parte per un Paese straniero una delle cose che si devono mettere in conto è il modo in cui si potrà vivere la propria fede. Non è poi così scontato trovarsi in una nazione dove si può accedere facilmente ad una struttura religiosa, però quando questo accade si può sperimentare un arricchimento spirituale straordinario.
Quando ho scoperto di aver vinto una borsa di studio Erasmus per la Sorbonne di Parigi la mia prima sensazione è stata: «Oh no, un’altra grande città dispersiva come Roma!». La mia idea di Erasmus era infatti di ritrovarmi in una piccola cittadina europea a studiare in un’università sconosciuta e bere birra tutte le sere dopo lezione (dal titolo sembravo una bigotta eh?!). Eppure, non sapevo ancora che stavo per confrontarmi con una realtà così frizzante dal punto di vista culturale e sociale, ma anche spirituale.
Il primo momento di contatto con la Chiesa francese per me è stato accorgermi che il mio Foyer (un tipico studentato francese, ndr) era a due passi dal Santuario della Madonna della Medaglia Miracolosa. Da quando l’ho scoperto ho iniziato ad andare a messa tutte le domeniche in quel meraviglioso Santuario in pieno centro di Parigi e ad ascoltare la celebrazione in francese (con il mio B2 non era proprio una passeggiata capire i testi biblici!).
Una volta ambientata a Parigi ho iniziato poi esplorare da sola, da brava flâneuse in stile Baudelaire, tutti gli angoli segreti di questa incredibile città e a soffermarmi sempre più spesso nelle chiese che attiravano la mia curiosità. Essendo appassionata di arte, non potevo perdermi la spettacolare Chiesa della Madeleine o la leggendaria Chiesa di Saint Sulpice, che col suo maestoso sagrato accoglie i visitatori come in un abbraccio.
C’è da dire però che l’esperienza più bella l’ho vissuta a Notre Dame (cliché!). Forse in pochi sanno che ogni anno nella Cattedrale di Notre Dame si svolge un evento dedicato a tutti gli studenti Parigini chiamano La messe des étudiants (la messa degli studenti) durante il quale l’arcivescovo di Parigi apre l’anno accademico e da una benedizione particolare a coloro che partecipano alla messa. È stato grazie a quella notte del 2017 che è iniziata un’amicizia speciale con la cara Christelle con la quale ho condiviso, e continuo a condividere a distanza, esperienze di fede.
Last, but not least, sarebbe stupido parlare di fede senza menzionare tutti gli incontri che ho fatto grazie all’Erasmus con persone di una confessione religiosa diversa da quella cattolica. Ci vorrebbe un libro intero per parlarne, ma la cosa più importante da comunicare è che ogni singolo contatto con chi mi ha testimoniato qualcosa della sua religione mi ha riempito di bellezza e di eternità e mi ha fatto scoprire un modo diverso di guardare il mondo e la vita.
Tutto sommato posso dire di aver vissuto un Erasmus unico anche grazie alla mia esperienza spirituale e adesso ho capito finalmente da dove devo cominciare a raccontare la mia storia.
Di’ cosa ne pensi