di Patrice de Plunkett1Articolo apparso sul blog personale di Patrice de Plunkett col titolo Lisons tous (et faisons lire) l’enquête de Nicolas Senèze!
Sbarazzarsi del “socialist pope”; dargli un successore conforme agli interessi americani… Questa operazione in corso (montata da alcuni miliardari statunitensi, sostenuta in Usa dai media catto-trumpisti e rilanciata da noi dai loro cloni francesi) esprime una fobia anti-Francesco nata negli Stati Uniti a cominciare dal 2013. Da dove proviene la fobia? Chi la manipola? Da cosa è minacciato un eventuale conclave? Come scongiurare la minaccia? Indagando su tutto questo, il vaticanista Nicolas Senèze ci fornisce ampie informazioni – e si inchina davanti al discernimento di papa Bergoglio.
Un anno esatto dopo il clamore dell’affare Viganò, Nicolas Senèze – il vaticanista romano di La Croix – non soltanto spiega gli scopi e indica gli agenti di questo tentativo di putsch contro un papa (agosto-settembre 2018), ma ripercorre ciò che l’ha preceduto, oltre a preannunciare ciò che accadrà adesso.
Appassionante da leggere, largamente e solidamente documentata, questa inchiesta specialistica [Comment l’Amérique veut changer de pape, Bayard, 2019; «Come l’America vuol fare il cambio di papa»] destinata al grande pubblico conferma – ma superandolo di gran lunga, ampliandolo, contestualizzandolo – quanto avevamo visto e detto in maniera frammentaria nel corso della battaglia di agosto-settembre 2018. Battaglia nella quale i francesi fedeli al papa si erano sentiti un po’ soli di fronte a dei media cattolici che prendevano stranamente sul serio le “rivelazioni” del libello di Viganò… Non è sulla stampa cattolica, ma su Le Monde che compare la prima critica a questo libello: il giornalista si era accorto del miscuglio di fatti veri e di accuse false, base alquanto fittizia di un inaudito appello alle dimissioni del papa! Appello che intendeva provocare un collasso presso la Santa Sede e l’arrivo, naturalmente, di un nuovo team dirigente…
Sull’aereo Dublino-Roma, il papa aveva detto ai giornalisti: non commenterò questo testo, ma studiatelo e vedrete! Hanno visto: gli artifici del libello, la sua fabbricazione da parte di una officina e – dietro l’oscuro Monsignor Viganò – l’identità dei manipolatori.
Ma l’effetto prodotto da Viganò nell’agosto-settembre 2018 (in particolare lo “scompiglio” causato dalla compiacenza di alcuni devoti media francesi) mostrava che tutta una parte dei nostri ambienti cattolici era diventata dipendente dai pregiudizi made in USA.
Come e perché? È quel che permette di comprendere il libro di Nicolas Senèze che illustra il quadro della situazione negli Stati Uniti, nonché l’impatto a livello internazionale di una certa propaganda politico-religiosa americana promossa da una rete di catholic businessmen – divenuti i tutori di un episcopato USA paralizzato dallo scandalo degli abusi sessuali. Secondo lo storico italiano Massimo Faggioli citato da Nicolas Senèze, “ci sarebbe molto da dire sulla maniera in cui dei rappresentanti della Chiesa cattolica sono divenuti insensibili alla minaccia rappresentata dal denaro per il carattere cristiano della comunione dei fedeli… ”.
Il libro ha undici capitoli. Eccone i titoli (in grassetto) seguiti (testo non grassettato) da un accenno ad alcuni dei numerosi elementi evidenziati da questa inchiesta.
1. L’uomo dello scandalo (Perché la carriera del perverso McCarrick non doveva nulla a papa Francesco); 2. L’accusatore (Perché l’ex nunzio Viganò era decisamente poco adatto al ruolo del cavaliere senza macchia); 3. L’America contro il papa (la Chiesa USA sotto l’influsso di laici miliardari e sotto l’influenza dei trumpisti evangelici – donde l’allergia per Francesco); 4. Di fronte alla potenza del denaro (come l’industria del petrolio ha dichiarato guerra a Francesco nel 2013 / Come dei prelati cattolici inaciditi si sono legati ai trumpisti anti-Francesco, dalla falsa crisi dell’Ordine di Malta alle agitazioni europee di Steve Bannon); 5. La battaglia della morale (Gli ambienti cattolici conquistati dalla polarizzazione USA sulle questioni sessuali / Illusione ottica sui “principi non negoziabili” / chiassoso processo farsa intentato a Francesco in questo campo); 6. Contro la pena di morte (L’evoluzione della dottrina della Chiesa avviata sotto Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, ma realizzata da Francesco / Da qui il furore dei pro-death americani contro la Chiesa); 7. Ombre cinesi (La trattativa Vaticano-Pechino, ugualmente cominciata sotto Benedetto XVI e realizzata da Francesco / Da qui il furore della Religious Right contro Francesco… nel momento in cui Trump entrava nella guerra commerciale contro la China / Inoltre: l’atteggiamento discutibile del cardinale Zen); 8. La “rapina” ai danni del papa (i businessmen statunitensi tentano di congelare i fondi americani a sostegno delle opere pontificie); 9. Il putsch (L’operazione Viganò, i suoi agenti economici americani dietro le quinte, il suo insuccesso): 10. Verso uno scisma americano (L’influenza dei laici USA che spinge i vescovi verso la sottrazione di obbedienza) / Il tentativo USA per incastrare il papa al sinodo dei giovani (ottobre 2018) / Il papa impone ai vescovi USA la disciplina della Chiesa universale (novembre 2018-febbraio 2019); 11. Minacce sul conclave (dopo il fallimento del putsch Viganò, la lobby catto-trumpista rivela i propri progetti a fine settembre 2018. Presenta ufficialmente ai suoi investitori l’operazione Red Hat: una campagna internet mondiale per “profilare” – cioè diffamare – i cardinali non US-friendly; e questo al momento opportuno, non appena una malattia del papa farà presagire un eventuale conclave. Bisogna leggere la descrizione di questa manovra spionesca e tecnologica nel libro di Nicolas Senèze: ogni dettaglio è un segno. Facciamo notare, ad esempio, la fredda indecenza con la quale i miliardari trumpisti hanno annunciato questa strategia durante un cocktail tra finanzieri…
I contributi di questo libro sono decisivi! Tra le altre informazioni, che interesseranno ogni genere di lettore, mostra il vero volto dei “grandi cattolici americani” [1] incensati dalla destra cattolica parigina: l’universitario George Weigel, che già vedeva nell’enciclica di Benedetto XVI Caritas in veritate (2009) un testo contenente degli accenti “convenzionalmente di sinistra”; il politico repubblicano Paul Ryan, cattolico che ricusa la critica al neoliberalismo tacciando il papa di incompetenza argentina; il politico repubblicano Rick Santorum [nella foto], cattolico che rifiuta alla Chiesa il diritto di avere un proprio giudizio sulle questioni politiche o scientifiche: il giurista Robert George, cattolico che trova ridicolo (come il politico repubblicano cattolico Marco Rubio) il fatto che la Laudato si’ faccia menzione del ruolo giocato dall’economia nel cambiamento climatico; Jeb Bush, governatore cattolico della Florida, che vuole ridurre la religione a un ruolo da morale privata; ecc. Un altro esempio di ciò che il lettore di Senèze apprende con un vivo interesse: la ricchissima organizzazione cattolica Usa dei Cavalieri di Colombo (100 miliardi di dollari investiti) sovvenziona i media americani più conservative, violentemente anti-Francesco… C’è di che far riflettere, speriamo, le diocesi francesi che volessero accogliere questo mega-Rotary trumpista agli antipodi del pensiero sociale cattolico. E anche per far riflettere i delusi di Sens commun che hanno trovato rifugio presso quei ranghi imbellettati…
Infeudarsi nell’universo morale USA col pretesto dell’“universalismo cattolico” (un francese me lo diceva di recente) equivale a non vedere quel che vede la Santa Sede: che un certo cattolicesimo americano – il più visibile e più mediatico – si trova davvero in rottura col cammino universale della Chiesa. Quando Mr. Tim Busch e i suoi associati (i padrini dell’operazione Viganò e di Red Hat) dichiarano che bisogna sbarazzarsi del socialist pope come gli azionisti liquidano un amministratore delegato, o quando dei catholic scholars insegnano in campo economico qualcosa di diametralmente opposto alla dottrina sociale della Chiesa riconosciuta dal resto dell’orbe cattolico, sarebbe estremamente superficiale mettere in disparte questi fatti in nome… di non si sa bene cosa. Un funzionario diocesano francese, un laico, al quale nel 2017 chiedevo la ragione di accompagnare con slogan anglofoni un evento cattolico di testimonianza in Francia, mi rispondeva: “È per non isolarci”. Isolarci da cosa? dagli Stati Uniti? Citando Faggioli a riguardo del potere di influenza dei miliardari anti-Francesco su numerosi vescovi americani, Nicolas Senèze scrive:
Secondo lo storico, questa evoluzione sarebbe paragonabile alla crisi che ha attraversato la Chiesa intorno all’anno Mille, quando i potenti nobili territoriali avevano messo le mani sulla Chiesa e sulle sue risorse. La crisi che aveva portato alla Riforma gregoriana… Oggi nel Stati Uniti è in gioco proprio l’indipendenza della Chiesa cattolica di fronte alle potenze del denaro.
In questa battaglia dei due stendardi (rileggiamo gli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola) il papa è armato della disciplina ignaziana del discernimento degli spiriti. Come lui stesso dice in uno dei suoi libri, “le idee si discutono, le situazioni si discernono”. Cito ancora Nicolas Senèze, nella sua conclusione intitolata La forza del silenzio che si appoggia sull’atteggiamento del papa davanti al tranello di Viganò:
L’obiettivo di Francesco è questo: non trasformare i suoi accusatori in avversari, ma dare a ognuno – compreso se stesso – i mezzi di convertirsi per poter progredire.
E nei ringraziamenti del vaticanista, nell’ultimissima pagina del libro:
Grazie a tutti i miei confratelli giornalisti della sala stampa della Santa Sede che, occupando lo spazio di libertà aperto dal silenzio di papa Francesco sull’aereo che ci riportava dall’Irlanda, hanno contribuito, ciascuno a suo modo, a far emergere la verità su questa storia.
Un libro da leggere e da far leggere, in massa e senza aspettare!
[1] Ambienti cattolici ma neoliberali a riguardo dei quali il cardinal Martino ha detto: “[Essi] dimenticano o censurano quanto il Magistero della Chiesa afferma di non conforme con le loro posizioni, specialmente sulla globalizzazione, il mercato, la difesa, la salvaguardia della creazione… ”.
Note
↑1 | Articolo apparso sul blog personale di Patrice de Plunkett col titolo Lisons tous (et faisons lire) l’enquête de Nicolas Senèze! |
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Salve!
Come ho già detto anche in altri commenti di altri siti ecc…
Trump vive in una casa tutta d’oro, questo è un chiaro indice
che lui rappresenta il faraone che non è a favore del popolo
di D-o sopratutto quello che si dichiara seguace di Cristo!
I “cavalieri di Colombo” ergo persone autodefinitisi
“invasori violenti delle americhe” sono altrettanti faraoni
ovveo dignitari del faraone.
Papa Francesco è un po’ come Mosè, cerca giustasmente il dialogo
e come Gesù accetta la croce, ma penso che abbia
in cuore il timore della ripetizione della fine del faraone…
Mi piace qui ricordare le parole di Isaia 33:
Hanno paura in Sion i peccatori,
lo spavento si è impadronito degli empi.
«Chi di noi può abitare presso un fuoco divorante?
Chi di noi può abitare tra fiamme perenni?».
Chi cammina nella giustizia e parla con lealtà,
chi rigetta un guadagno frutto di angherie,
scuote le mani per non accettare regali,
si tura gli orecchi per non udire fatti di sangue
e chiude gli occhi per non vedere il male:
saluti
RA
La forza del silenzio che si appoggia sull’atteggiamento del papa davanti al tranello di Viganò:
Se ho capito bene il documento di Vigano è tutto inventato ????
Grazie per una risposta.
Noi cattolici semplici, siamo stretti tra una parte e l’altra, con enorme disagio e dolore e non saranno pettegolezzi da una parte o dall’altra ad aiutarci..
Andiamo a leggere direttamente il nostro caro Papa e cosa leggiamo ?
Come dico sempre, io non sono nessuno, ma nel leggere il documento di convocazione sul patto educativo globale, a me vengono brividi di paura.
Forse, sarebbe meglio non leggere più niente, partecipare alla vita della Chiesa con i sacramenti e la preghiera e la carità sempre più assidui: sono tempi brutti brutti e non per il riscaldamento globale.
«Molti sono i mali: così ha voluto Dio. Volesse il cielo che non ci fossero cattivi in gran numero e non ci fossero molti mali. “Sono tempi cattivi, tempi penosi!” si dice. Ma cerchiamo di vivere bene e i tempi saranno buoni. l tempi siamo noi; come siamo noi così sono i tempi. Ma che facciamo? Non siamo capaci di convertire una moltitudine di persone alla retta via? Ebbene, i pochi che mi ascoltano, vivano bene; i pochi che vivono bene sopportino i molti che vivono male» (Agostino, s. 80,8).
Vero, assolutamente vero, valevole per ogni tempo.
Capisco che in questo contesto non sia il caso di approfondire.
Mi pare che in questo sito non si sia mai rifuggita la responsabilità di approfondire ciò che merita di essere approfondito. A che si riferisce? Perché mai le vengono i brividi a leggere il bellissimo documento di convocazione dell’incontro sul patto educativo? Sinceramente, fatico a immaginare cosa possa averle dato fastidio, laddove è invece un testo che invita a non scartare nel furore della “rapidación” «i paradigmi consegnatici dalla storia».
Come a molti, senza aver letto prima quei molti, a me quel documento ha ricordato Soloviev, ci sono assonanze impressionanti.
Spero che sia come dice lei, invece, lo spero vivamente: io non mi ritrovo nel linguaggio, non mi ritrovo nella mancanza della proposta di Gesù, non mi ritrovo nell’immaginare queste commissioni che discutono e discutono e discutono , non mi ritrovo in quasi nulla, ma se è un bene per la Chiesa, non importa la mia sensazione negativa.
Piuttosto che con un botta e risposta, magari perché non scrivere un articolo articolato sul tema ?
Solov’ëv io lo leggo, lo studio e lo propongo da anni (come pure su Breviarium si troverà facilmente), ma in quel testo non c’è nulla che rimandi al Racconto dell’Anticristo (se è a questo che allude). Mi permetto di sottolineare che l’Imperatore Romano del Racconto si mostra per l’Anticristo proprio perché usurpa prerogative del “katholikós” (che ovviamente un ortodosso non identifica tout court col Romano Pontefice): inferire da ciò che quando il Papa parla di “progetti globali” stia parlando come l’Anticristo significa aver frainteso i fondamentali di Solov’ëv.
Altro discorso se si obietta che probabilmente chiameranno i soliti, che il punto di ricaduta dei documenti finali sarà nullo (cose che è lecito presumere ma non dare per certe)… Però questo è un invito a un incontro, non una Costituzione Apostolica. Fino a che non si vedranno le reazioni e gli eventi preparatorî ci sarà molto poco su cui scrivere un articolo. Il testo del Papa, stando alle sue parole, è marcato da una preoccupazione conservatrice di fronte alla “rapidación” del contesto contemporaneo. Il resto non è ancora accaduto.
Per carità,non ne facevo una questione dotta, ma da comune lettrice :l’impressione è quella e il fatto che il paragone non sia venuto in mente solo a me, un dubbio lo pone.
Mi sarebbe piaciuto leggere un dettaglio sul perché lei consideri “bellissimo” il documento di convocazione sul patto educativo, perché è molto semplice reperire perché lo possano, senz’altro, considerare ” bellissimo” i Melloni e compagnia, come reperire il perché lo possano considerare “bruttissimo” altri, ma imbattersi nel parere ( un filino più argomentato di una battuta ) di un cattolico come lei non è altrettanto facile.
In ogni caso, si va avanti.
Volentieri ne scriverò, quando ci sarà della materia, che penso dovrebbe arrivare nei prossimi mesi. Per ora c’è un invito a un evento che non era obbligato né scontato, e il cui testo suona né più né meno di quanto mi aspetti da un Papa.
Il rischio che tutto resti circoscritto a una serie di “tavoli di lavoro” e di verbosi documenti è naturalmente presente, ma non vedo quale sapienza o quale sagacia possa suggerire di stracciarsi le vesti per ogni alito di vento.
Lo sanno anche i bambini, che a strillare sempre “al lupo al lupo” poi succede che non si venga più ascoltati proprio quando il lupo arriva veramente.