Live Action, l’associazione pro-life che ha dato risonanza mediatica alle azioni da bullo di Brian Sims, il deputato democratico che ha insultato, filmato e intimidito una signora che recitava il rosario davanti alla clinica di Planned Parenthood di Philadelphia, ha organizzato una manifestazione pacifica di protesta contro questo tentativo di limitazione della libertà di espressione, radunando ieri mattina, proprio nel luogo del misfatto, un migliaio di persone. È stata una grande prova di forza del mondo pro-life, che ha risposto alla gogna messa in atto da Sims – coi suoi “vergogna” gridati cento volte e i suoi inviti a fornire l’indirizzo della donna per andarla ad importunare a casa – mostrando i muscoli di una grandiosa capacità di mobilitazione, contro la strafottenza di pochi potenti.
Uno spaghetto si spezza con due dita, cento spaghetti non si spezzano nemmeno con due mani.
Se Brian credeva di poter intimidire una mite signora col rosario, non ha fatto i conti con la natura profonda di quella sua protesta: ogni singolo pro-life orante che dedica un’ora del suo tempo a pregare silenzioso davanti ad una clinica abortista non lo fa per ottenere qualcosa da capitalizzare personalmente, non lo fa contro qualcuno, e soprattutto non lo fa da solo. Ogni signora col rosario è rappresentante di una lunga catena di persone che difendono una visione dell’uomo carica di rispetto e speranza, piccole formiche che spostano un solo granello per volta con l’umiltà di chi fa ciò che può per un progetto più grande.
La solidarietà attiva e mobilitante contro le ingiustizie e le prepotenze è un’infallibile arma di difesa, che colpisce l’avversario al cuore della sua strategia: isolare l’elemento singolo. Vigliaccheria contro solidarietà, bullismo contro lealtà. E soprattutto legalità. Perchè difendersi non significa restituire il male ricevuto, ma denunciarlo con determinazione.
Vediamo se adesso Sims sarà incriminato per doxing o se, per lo meno, la smetterà di importunare pacifici manifestanti.
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