La 4a mappa – Le Sette Pietre Veggenti e le Torri dei Dúnedain
Con la quarta mappa (pubblicata a 9 giorni dalla precedente) è la volta dei toponimi di montagne, bacini, le città e le maggiori strade della Terra-di-mezzo. Un elenco completo di tutti i toponimi introdotti con questo aggiornamento sarebbe eccessivo, tuttavia sono significativi i nomi delle città
- degli Elfi:
- Mithlond (i Porti Grigi) alla foce della Lhûn dove signore era Círdan il Carpentiere, reverendo consigliere di Gil-galad nel Lindon e succedutogli nel governo della regione. Da qui gli Elfi partivano via nave per le Terre Imperture;
- Imladris (Gran Burrone), fondata da Elrond come fortilizio nella guerra contro Sauron, divenuto col procedere dei secoli il centro della tradizione elfica nella Terra-di-mezzo;
- dei Nani (Lunghebarbe, della stirpe di Durin):
- Moria, il Nanosterro al cuore delle Montagne Nebbiose;
- Monte Gundabad, dai figli di Durin riverito perché luogo dove s’era destato il loro progenitore nei Tempi Remoti;
- degli Uomini
- in Arnor: Elostirion presso gli Emyn Beraid* (Colli Torrioni), la capitale originale Annúminas*, la torre di Amon Sûl* (Colle Vento), l’ultima capitale Fornost Erain(**) e il porto di Lond Daer.
- in Gondor: Orthanc* (la torre di Isengard), Minas Anor*, Osgiliath*, Minas Ithil* e il porto di Pelargir.
Escludendo i porti, ognuno dei centri (*) ha ospitato almeno uno dei palantíri, le Sette Pietre Veggenti che Elendil e i suoi figli salvarono dalla Caduta di Númenor: 3 furono trasportate da Elendil e poste in Arnor
1A Fornost furono portate quella di Annúminas e di Amon Sûl in momenti diversi nella Terza Era, rispettivamente dopo la divisione di Arnor in 3 regni e durante la guerra contro il Re degli Stregoni di Angmar., 4 dai suoi figli in Gondor. Le città e le fortezze che le custodivano sopravvissero coi loro nomi originari fino alla conclusione del secondo millennio della Terza Era, quando i Nazgûl s’impadronirono di Minas Ithil e la infestarono dei propri malefici, rendendola Minas Morgul; allora la città gemella e capitale Minas Anor, armata in una torre di guardia, fu rinominata come Minas Tirith.
La quarta mappa disegnava quindi un intervallo di tempo che andava dalla Fondazione di Arnor e Gondor (Seconda Era 3320) e delle vie che collegavano i due regni, alla presa di Minas Ithil, anno 2002 della Terza Era. L’aggiornamento non confermava l’epoca delle esplorazioni Numenoreane nella Terra-di-mezzo, concentrando i luoghi geopolitici a soggetto negli ultimi 125 anni della Seconda Era. I due potevano persistere nella previsione sulla trama come due momenti distinti, ma soprattutto la Terza Era rientrava di gran carriera nella discussione.
Anche perché, sulla scia di un celebre errore dello stesso Tolkien, il nome “Moria” non è entrato nell’uso comune finché, proprio sul finire del II millennio della Terza Era, i Nani non destarono il Balrog, scatenando il flagello sul proprio popolo. Prima di allora non esisteva alcun motivo per chiamare “Nero Abisso” una delle più ricche e potenti città degli annali della Terra-di-mezzo: l’errore lo commise proprio Tolkien in La Compagnia dell’Anello tratteggiando l’iscrizione delle Porte di Moria, realizzate dal Nano Narvi e incise dal già citato Celebrimbor nella Seconda Era (suggello d’amicizia dei due popoli), con l’incipit “Le Porte di Durin, Signore di Moria” (e mai la corresse). Su questo ho avuto uno scambio con Shaun Gunner, che dava per certa la re-iterazione dell’errore da parte dei creativi, mentre io, più possibilista, facevo notare come la scelta dei toponimi era stata calibrata con molta attenzione anche come inquadramento temporale (su tutti Laurelindórenan), per cui non si poteva escludere un riferimento alla Terza Era inoltrata: se avessero voluto chiarire trattarsi della Seconda Era, avrebbero dovuto usare il nome Nanico Khazad-dûm o l’Elfico (Sindarin) Hadhodrond. Secondo Gunner si poteva invece escluderlo per la presenza di un altro, notevole toponimo:
- Barad-dûr, la Torre Oscura di Sauron in Mordor edificata con il potere dell’Unico Anello. Di Barad-dûr fu completata la costruzione nell’anno 1600 S.E. e la fortezza venne distrutta al termine della Guerra dell’Ultima Alleanza, meno le fondamenta, poi ricostruita a partire dal 2951 della T.E.;
Rilievo molto puntuale, che
tuttavia lasciava aperta la possibilità, visto il carattere non definitivo
della distruzione della fortezza di Sauron. Una possibilità chiusa solo
dall’ultimo aggiornamento. Forse.
Note
↑1 | A Fornost furono portate quella di Annúminas e di Amon Sûl in momenti diversi nella Terza Era, rispettivamente dopo la divisione di Arnor in 3 regni e durante la guerra contro il Re degli Stregoni di Angmar. |
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