+ Anastasio, arcivescovo di Tirana, Durazzo e di tutta l’Albania
Nr. Prot. 796/18 – Tirana, 7 novembre 2018
A Sua Beatitudine, santo fratello nel Signore, il patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Cirillo.
Caro fratello in Cristo e concelebrante,
«la mia anima è triste». Una grande sofferenza, inquietudine e angoscia opprimono anche noi, quando seguiamo l’evoluzione della questione ucraina dopo le decisioni del Patriarcato ecumenico (11 ottobre 2018) e della Chiesa ortodossa di Russia (15 ottobre 2018), che riportate nella vostra lettera del 29 ottobre 2018. Sfortunatamente, esse corroborano i timori che noi avevamo espresso ai rappresentanti del Patriarcato ecumenico (30 giugno 2018), cioè che il conferimento dell’autocefalia all’Ucraina, attualmente previsto, si risolva in «una marcia in un campo minato» con penose ripercussioni per tutti.
Al tempo stesso, tuttavia, dobbiamo sottolineare che la recente decisione della Chiesa di Russia è essa pure una fonte di grande inquietudine. È impensabile che la divina eucaristia, mistero per eccellenza dell’amore infinito e della più totale umiliazione di Cristo, possa essere utilizzata come un’arma contro un’altra Chiesa. È possibile che la decisione e l’ordine della gerarchia della Chiesa di Russia possa far scomparire l’energia dello Spirito Santo nelle sante Chiese ortodosse che sono sotto la giurisdizione del Patriarcato ecumenico? È possibile che la divina Eucaristia già compiuta nelle chiese di Asia Minore, di Creta, dell’America latina e dei Caraibi, del Santo Monte e di altri luoghi sulla terra e che [queste eucaristie] possano divenire senza sostanza per i fedeli ortodossi russi? E le persone che si fanno avanti «con timore di Dio, fede e amore» per partecipare ai santi Doni, potranno commettere “un peccato” che dovranno confessare?
Noi dichiariamo che ci è impossibile accettare tali decisioni. È categorico che la santa Eucaristia – mistero d’insondabile santità e di importanza unica – resta decisamente al di fuori di ogni disaccordo ecclesiastico. Le questioni di giurisdizione non possono in alcun caso costituire una causa di scisma nel mondo ortodosso, quale che ne sia la gravità. Come abbiamo sottolineato a più riprese, un eventuale scisma oggi tramortirebbe la bellezza dell’ortodossia, indebolirebbe il suo irradiamento internazionale e attenterebbe profondamente alla fede degli ortodossi – in particolare a quelli di Ucraina, che sono riguardati direttamente e soffrono permanentemente le pressioni di un multiforme ateismo, che si propaga come una polvere radioattiva nell’indifferenza (pressioni che avvelenano lo spirito di tutti). Di conseguenza, è indispensabile esplorare serenamente un compromesso volto a una pacificazione profonda e reale dei fedeli ortodossi in Ucraina.
Per quanto concerne la sinassi panortodossa che nella vostra lettera menzionate, noi riteniamo che i recenti sviluppi abbiano reso la sua convocazione estremamente difficile. Restano fondamentali le seguenti questioni: la Chiesa ortodossa di Russia domanderà al Patriarcato ecumenico di convocare una sinassi panortodossa? Quali saranno i criterî di decisione finale in favore della pace e dell’unità? La Chiesa ortodossa autocefala di Albania è, ad ogni buon conto, disposta a partecipare a una sinassi panortodossa, la cui convocazione dovrebbe [però] essere fatta canonicamente. Voi conoscete la nostra convinzione, più volte menzionata, che i migliori traguardi raggiunti dall’ortodossia nel corso degli ultimi decenni siano stati le sinassi dei primati delle Chiese autocefale ortodosse. Possiamo farvi ritorno, correggendo le omissioni e gli errori del passato!
L’inquietudine e il malessere che abbiamo inizialmente formulati sono guariti per opera del Paraclito col versetto del salmista: «Perché ti rattristi, anima mia, / e perché tu gemi su di me? / Spera in Dio, perché lo confesserò ancora; / egli è salvezza del mio volto e mio Dio» (Ps 43).
Restando in un profondo amore fraterno, in Cristo, nostro solo Signore e salvatore,
+ Anastasio, arcivescovo di Tirana
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