Un nuovo studio della Chiesa Cattolica lo rivela: almeno 1670 membri del clero hanno abusato di persone affidate loro. E sembra che l’abuso stia proseguendo.
di Walter Mayr1Traduco qui l’articolo comparso stamane su Spiegel.de.
La Chiesa Cattolica in Germania ha un grosso problema, che solo ora comincia ad affiorare, con gli abusi sessuali su minori da parte di sacerdoti e religiosi. Questo è il risultato dell’MHG-Studie, il report di un consorzio di ricerca dell’università di Mannheim, Heidelberg e Gießen.
Lo studio – commissionato dalla Conferenza Episcopale Tedesca e strettamente confidenziale – dovrebbe essere presentato il 25 settembre a Fulda dal Cardinale Reinhard Marx. Lo Spiegel anticipa la sintesi dei risultati.
Stando dunque allo studio, sono stati investigati e valutati più di 38mila casi, tramite documenti digitali o scritti, in 27 diocesi tedesche. Nel lasso di tempo tra il 1946 e il 2014 lo studio annovera 3677 minorenni, in massima parte maschi, che sarebbero stati vittime di violenze sessuali. 1670 chierici sono accusati di reati.
Più della metà delle vittime avevano non più di 13 anni all’epoca dei fatti. In un caso su sei, circa, ci sono stati svariati elementi di stupro. Tre quarti degli interessati erano in una chiesa o in un contesto pastorale insieme con gli imputati.
I numeri sopra ricordati sono detti “ipotesi conservative”. «Non si danno conoscenze sul versante sommerso del fenomeno – scrivono gli autori dello studio – e quindi tutte le informazioni debbono prudenzialmente considerarsi sottostimate rispetto all’entità reale del fenomeno».
Numerosi archivi distrutti
La metà di tutti i casi non sarebbe neppure stata rilevata, se non fosse stato per le richieste di risarcimento avanzate dalle persone interessate, perché le cartelle personali degli imputati non riportavano alcun contenuto pertinente. In parecchi casi sarebbero stati «distrutti o manipolati». Donde si darebbe un «saggio dell’ampiezza del sommerso», scrivono gli autori dello studio.
Inoltre non si darebbe alcun motivo per assumere «che gli abusi sessuali su minori da parte di chierici della Chiesa cattolica siano una tematica chiusa nel passato e nel frattempo superato». La serie degli abusi dura fino al termine dello spazio di tempo considerato nell’inchiesta.
Molto spesso è accaduto che i chierici colpevoli fossero spostati in altri posti senza che la comunità d’arrivo [del prete/religioso] venisse munita «di adeguate informazioni» circa il fatto che l’uomo aveva compiuto abusi. Solo un terzo dei rei s’è dovuto sottoporre a un procedimento canonico, al termine dei quali si davano sanzioni minimali – seppure se ne davano.
L’incidenza dei criminali sul computo di tutto il clero attivo si aggira intorno al 4%. Dal punto di vista tipologico, si possono suddividere in tre categorie: il fissato, il narcisista-sociopatico e il regressivo-immaturo.
Celibato come fattore di rischio?
Sulla domanda dei motivi del persistente abuso gli autori dello studio non si espongono. Si dà però qualche spunto: «È urgente che si ripensi al rifiuto della Chiesa Cattolica di ordinare uomini omosessuali» – vi si legge. A parte questo, bisognerebbe poter porre la domanda se l’obbligo del celibato sia «un possibile fattore di rischio».
Al momento il cardinal Marx, Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, ha stabilito con i suoi esperti di strategie comunicative il 25 settembre il giorno nel quale, dopo la predica mattutina nella cattedrale di Fulda egli presenterà i risultati dello studio. Il titolo ufficiale è: “Abusi sessuali sui minori perpetrati da preti cattolici e da religiosi nell’àmbito della Conferenza Episcopale Tedesca”.
Dopo i titoli sugli scandalosi abusi su minori perpetrati negli Usa, l’attenzione pubblica sul massimo esponente della gerarchia cattolica in Germania è certo. Gli autori dello studio gli raccomandano una strategia coordinata e «una serie di misure che operino nel lungo periodo». Non dovrebbe restare cosa di «dichiarazioni di ecclesiastici fatte a fior di labbra».
Note
↑1 | Traduco qui l’articolo comparso stamane su Spiegel.de. |
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Mah! Che tristezza! Che schifo!
Preti maschi sposati con donne femmine nel senso biblico del termine mi sembra sempre di più una delle poche soluzioni, se non l’unica attuabile nel medio termine.
Come ho già scritto qui in tutta la mia vita di credente e di laico non avevo mai nemmeno pensato all’argomento preti sposati, e nemmeno ho mai partecipato a discussioni su tale argomento, mai. Ma l’idea mi è balzata subito dopo aver letto questi ed altri articoli sui preti omosessuali e pedofili argomenti anche questi che io avevo sempre poco considerato e sempre evidentemente sottovalutato visto che la mia esperienza con i preti era sempre molto lontana da tali fatti.. forse vivo in una “isola felice” di preti santi.
Non ho ancora ben capito se un prete eterosessuale sia più o meno incline di un prete omosessuale alla pratica sessuale ed alla pedofilia, mi sembra però che ci sia una tendenza statistica evidente.
Come fedele praticante, sono accolito istituito ed il 20 gennaio prossimo dovrei essere consacrato diacono permanente (dopo un lungo periodo di studio e preparazione di circa 7 anni), devo dire che mi sentirei tranquillo solo se il 100% dei preti omosessuali e/o pedofili vengano immediatamente sospesi e gli vengano tolti tutti gli incarichi.
A questo proposito la mia intenzione è di scrivere al mio Vescovo una lettera dove gli chiederò due semplici cose: come siamo messi nella nostra Diocesi al proposito e la seconda, nel caso ci sia anche solo un dubio in merito a qualche prete, gli chiederò di sospendere la mia consacrazione perché ho oramai chiaro che non è assolutamente mia intenzione aggregarmi da una “famiglia” dove non ci sia una trasparenza migliore di quella odierna.
Io non sono nessuno e sono un peccatore forse peggio di altri ma con tre figli ed una moglie se c’è una cosa dove sono sensibile è proprio nella omosessualità e/o pedofilia che considero una deviazione troppo schifosa e ributtante, violenta ed inumana direi satanica perché io riesca anche solo a tollerarla.
Saluti.
RA
Caro @Roberto, per quanto io possa comprendere e anche condividere i sentimenti di repulsione e disgusto che lei esprime, mi permetto di chiederle: è proprio sicuro che la sua eventuale rinuncia al Diaconato permanente?
Credo lei abbai ben presente quando la Chiesa oggi abbia bisogno di questo Ministero per troppo tempo decisamente subordinato e poco “sfruttato”.
Verosimilmente anche la sua Diocesi, il suo Vescovo e non ultimo il Popolo di Dio della sua Diocesi, potrebbe avere tanto bisogno di lei in quanto Diacono.
Poi immagino lei abbia risposto ad una chiamata a questo impegnativo servizio che ha sentito venire da Dio (diversamente si potrebbe anche tranquillamente soprassedere…).
Che ne è di questa chiamata?
E se una volta Diacono, Dio per voce del suo Vescovo la chiamasse a esercitare il servizio nel peggior angolo della sua Diocesi? O se proprio rispetto questi peccati così scandalosi e le problematiche connesse, il suo servizio potesse fare la differenza?
Ci ha pensato?
Ogni tanto dobbiamo ricordarci che siamo tutti “servi inutili”… lasciamo che Dio si serva di noi come a Lui piace.
Lei scrive: “nel caso ci sia anche solo un dubbio in merito a qualche prete…” ecc, ecc.
Cioè solo per “qualche dubbio” che in concreto significherebbe cosa?
Voci di corridoio? Magari malignità… o anche solo quell’atteggiamento esteriore “poco virile” che a tanti, in tempi meno attenti alla cosiddetta “omofobia”, procuravano infiniti ritornelli che mettevano alla berlina?
E se ci fosse anche solo qualche dubbio su preti ubriaconi o che fregano i soldi della questua o che non credono in fondo nella transustanziazione… che facciamo?
La sua idea è quella di essere Diacono in una “Chiesa di perfetti” che non esiste?
Infine di nuovo trovo la sua idea che propone il Matrimonio come soluzione alla piaga della omosessualità e pedofilia all’interno del clero, decisamente fuorviante.
Evidentemente i miei precedenti commenti
https://www.breviarium.eu/2018/08/22/passerella-omosessualista-colombia-usa-church-militant/#comment-735 non l’hanno convinta minimamente e me ne dispiace, non perché abbia la pretesa di convincerla, ma perché è un’idea che se perseguita, sono convinto non porterebbe nulla di buono.
D’altronde ben altre figure nella Chiesa, oltre l’insignificante mia, si sono espresse contro questa idea.
La saluto e prego per la sua consacrazione.
Salve!
Come per la chiamata che ho sentito e che sento ed anche la chiamata o l’invito del parroco e del Vescovo anche questi attuali pensieri sono molto presenti e l’aiuto datomi dalla preghiera è al momento di segno opposto alla consacrazione. Ho iniziato ormai 7 anni fa il percorso e sono passato dalla candidatura al lettorato all’accolitato in tempi più lunghi rispetto ai miei fratelli diaconi che hanno seguito la tempistica ordinaria e sono già consacrati chi da due chi da 1 anno. In cattedrale ormai tutti i fedeli mi considerano diacono (sarei uno dei diaconi, anzi al momento l’unico visto che il precedente è molto
anziano e malato e gli altri sono ‘in prestito’ della nostra cattedrale).
Ho allungato i tempi per vari motivi molto spesso dipendenti dalla famiglia e dal lavoro ma anche perché ho sempre sentito che andava bene così… Così come adesso sento che non va più bene così… alla prima chiamata del Vescovo risposi un “chiedo 1 anno per la risposta” eppoi ricevetti (8 mesi dopo) una seconda chiamata ma quei mesi li passai coon un turbamento fisso per aver detto un quasi no… fu mia moglie voler accorciare io tempi perché diceva che non mi vedeva sereno. Adesso invec enon mi sento sereno di abitare un “ambiente” nel quale vedo della fosca caligine.
La domanda che lei pone sulla “perfezione” è al momento l’unica cosa che mi ferma a porre le questioni al Vescovo (che però deve aver intuito qgià qualcosa) perché io non mi sento perfetto assolutamente! Ma già in passato ho aderito ad associazioni proprio per lo spirito di servizio e della eventuale possibilità di “fare la differenza” ma così non è mai stato… ed una delle cose che dissi da subito al mio vescovo è proprio che avrei aderito non per il senso di disponibilità a ricoprire un incarico (che comunque ho innato) ma sopratutto per motivi di spirito e coscienza è anche per questo che il Vescovo mi ha affidato un paio di ex-parrocchie come sostituto temporaneo al parroco nella liturgia della parola con eucaristia ed a guidare un paio di gruppi di lettura della bibbia, lasciandomi libero da altri incarichi tipici dei diaconi nella nostra diocesi (caritas, ospedali, ammalati ecc…)
saluti
RA
L’omoerotismo nella chiesa non è un fatto privato ne amministrativo, ma di tutta comunità.Le devianze si possono curare ma ci vuole il suo tempo e il desiderio di farsi curare.La cosa peggiore è stato il nascondimento di tanti casi che hanno aggravato la situazione.Queste devianze vanno analizzate e curate fin dai seminari e consigliare ai candidati di prendere altre strade.La pianta va recisa alle radici.