Gli autori dello studio segnalano anche
l’impatto simbolico che l’autorizzazione di un aiuto anticipato a morire sarebbe suscettibile di avere sulle persone più vulnerabili.
Ecco perché
la legge indicherebbe, almeno sulla carta, i contorni di ciò che costituisce una vita degna1Altro punto capitale del documento: il Consiglio di Stato francese sembra dubitare che una legge possa entrare nel merito del concetto di “dignità della vita”.. Essa potrebbe allora avere per conseguenza il dare alle persone suscettibili di rispondere alle condizioni che essa pone, e che sono prossime alle situazioni di cui parla, il sentimento imposto dell’indegnità o dell’inutilità della vita.
Una contraddizione profonda con la medicina
In ultimo,
riconoscere nella legge la facoltà per i medici di dare la morte al di là delle situazioni di fine vita risulta in contraddizione profonda con la missione della medicina2Malgrado l’agghiacciante clausola “al di lea delle situazioni di fine vita”, il testo è incredibilmente più lucido dei proclami dei radicali di ogni dove. Se ne ricordino la Bonino, Cappato e quanti altri giustificano le loro sfrenatezze dissolutorie col mantra “ci vuole più Europa”: l’Europa sa anche ragionare.,
sottolinea lo studio. Si tratta, precisa Clément Malverti, di
non far entrare la medicina in una situazione in cui essa non è presente, vale a dire darle un ruolo che non risulta competerle.
E ancora, riassume Clément Malverti:
Le nostre reticenze su codeste pratiche eutanasiche, sull’aiuto anticipato a morire per un paziente che non è in situazione di fine vita ma che avverte sofferenze da lui giudicate insopportabili si fondano insieme sul rischio che ci sarebbe nel domandare alla medicina di occuparsi di qualcosa che non è parte del suo compito, sul timore di modificare un quadro giuridico che è stato adottato nel 2016 al termine di un dibattito molto lungo svoltosi nella società e in Parlamento, e infine sui rischi inerenti a quelle pratiche, al contempo simbolici e più concreti, poiché si tratta di derive e di casi-limite che forse all’estero esistono già.
Questa posizione del Consiglio di Stato si giustappone a quella del ministro della Salute, Agnès Buzyn, che non ha cessato di annunciare una valutazione della legge votata nel 2016, la quale permetterebbe già una «sedazione profonda e continua fino alla morte» per i malati che ne fanno domanda3La Buzyn sembra consapevole del fatto che il dispositivo attualmente vigente in Francia non è affatto estraneo a una (neanche troppo) larvata matrice eutanasica. Non a caso è alla loi Leonetti che si appellano i legali che chiedono l’omicidio di Vincent Lambert…. Il ministro aveva più volte privatamente dichiarato di non voler condurre a una legge che legalizzi l’eutanasia. Il rapporto del Consiglio di Stato contraddice invece il parere del Consiglio economico sociale ed ambientale (Cese), che nello scorso aprile si pronunciava per un «intervento medico espressamente letale» o una «sedazione profonda esplicitamente letale».
Resta ora da sapere quale sarà il parere del Comitato Consultivo Nazionale di Etica (CCNE) su questa spinosa questione: lo si attende per l’inizio di settembre.
Note
↑1 | Altro punto capitale del documento: il Consiglio di Stato francese sembra dubitare che una legge possa entrare nel merito del concetto di “dignità della vita”. |
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↑2 | Malgrado l’agghiacciante clausola “al di lea delle situazioni di fine vita”, il testo è incredibilmente più lucido dei proclami dei radicali di ogni dove. Se ne ricordino la Bonino, Cappato e quanti altri giustificano le loro sfrenatezze dissolutorie col mantra “ci vuole più Europa”: l’Europa sa anche ragionare. |
↑3 | La Buzyn sembra consapevole del fatto che il dispositivo attualmente vigente in Francia non è affatto estraneo a una (neanche troppo) larvata matrice eutanasica. Non a caso è alla loi Leonetti che si appellano i legali che chiedono l’omicidio di Vincent Lambert… |
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