Tale progetto era stato proposto da un deputato del partito di destra “Adunata nazionale” in seguito a un’iniziativa popolare lanciata in materia1A ulteriore conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che la destra populista è quanto di più lontano si possa immaginare dai principî essenziali del consorzio umano.. La commissione parlamentare degli Affari sociali e della Salute ha proposto piuttosto la creazione di un gruppo di lavoro nazionale per migliorare la legislazione delle cure palliative. Il Parlamento ha approvato la proposta della Commissione, respingendo quella del parlamentare per 128 voti contro 60.
Trovo eloquente il fatto che l’istanza della commissione, abbracciata dal Parlamento, ricalchi in modo quasi pedissequo il contenuto della lettera pastorale dei vescovi francesi sul fine vita:
Salutiamo i professionisti della sanità che procurano una qualità di vita più distesa possibile, nel fine vita, grazie alla loro competenza tecnica e alla loro umanità – tanto nel quotidiano quanto nelle situazioni di urgenza. Alcuni tra loro sono impegnati, talvolta con forti convinzioni personali, nelle cure palliative. Grazie a loro e allo sforzo nell’impiego di tali cure, molti nostri concittadini vivono in modo tranquillo il loro fine vita.
Ciononostante, tali cure non sono sufficientemente sviluppate e le possibilità di sollievo della sofferenza, sotto tutte le sue forme, non sono abbastanza conosciute. È urgente combattere questa ignoranza, fonte di paure che non sono mai buone consigliere e di cui si nutrono i sondaggi.
Radicati come siamo nella totalità del territorio, deploriamo le disparità di accesso alle cure palliative, così come pure l’insufficienza di momenti formativi proposti al personale medico e paramedico – cosa che genera sofferenze talvolta tragiche. Ecco perché l’urgenza consiste nel proseguire lo sviluppo delle cure palliative perché ogni persona che ne abbia bisogno possa, secondo la legge del 9 giugno 1999, avervi accesso – quale che sia il luogo in cui vive, comprese le case di riposo (medicalizzate o meno che siano).
L’attuale stato di cose dell’ordinamento vigente in Finlandia prevede la sostituzione di cure pesanti che non migliorano la salute né lasciano sperare in miglioramenti con un piano di cure palliative. Se si è poi in prossimità della morte del paziente, il medico abbandona ogni misura atta a prolungare ulteriormente la vita: mai si giunge però a provocare la morte del paziente, né ad affrettarla. “Migliorare le cure palliative”, ossia “curare fino alla fine”.
Note
↑1 | A ulteriore conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che la destra populista è quanto di più lontano si possa immaginare dai principî essenziali del consorzio umano. |
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