الله أَكْبَر – La lavatrice sulle scale (verso il Cielo) con un musulmano

L’uomo si fermò lungo le scale e mi disse – più per il desiderio di esprimersi che per un’adeguata padronanza della lingua –:

Ascolta, due anni fa io ero praticamente morto: ho subito un intervento al cuore e al fegato [e frattanto con le dita tracciava sulla camicia le linee dei tagli, forse ricalcando cicatrici della pelle sottostante]. Prima di operarmi il dottore mi ha detto: «Hai solo una possibilità su cento di risvegliarti». Ma vedi… vedi… Allah è grande!

«Allah è grande!» – non potei fare a meno di annuire ripetendo. E a quel punto la colazione era diventata per me un interesse pressante: continuai a insistere perché volesse accettare il mio segno di gratitudine, anche come pegno di gioia per la sua stessa gratitudine. E alla fine accettò. Mentre il barista ci faceva due cappuccini l’uomo mi ripeteva ancora la storia dell’operazione dalla prognosi altamente infausta, e proseguiva stavolta:

…Vedi, Allah è grande e noi dobbiamo sempre comportarci come se ci stesse guardando, perché non solo lui ci vede, ma anche i nostri figli ci vedono… ci vedono anche quando non ci guardano, e solo lasciandoci osservare con quell’attenzione possiamo farli crescere bene… insomma, meglio che possiamo…

E proseguiva raccontandomi dei suoi due ragazzi, che mandano avanti l’autolavaggio con lui e che intanto cercano di studiare bene l’italiano per andare all’università: «Uno dei due vuole fare ingegneria informatica!», mi diceva tutto contento (ma senza perdere la compostezza). «Anzi, ti dispiace se il mio cappuccino lo riporto ai miei figli?». Il meglio che seppi rispondere fu: «Beh, mi dispiace se glie ne riporti uno solo invece di due», e chiesi al barista di preparargliene due.

Ecco, arrivando lì in piazza credevo di entrare nel copione del “buon samaritano” – e tanto io m’ero accomodato nella parte più facile di tutte (ancorché la più scomoda): quella del tizio malmenato – ma così facendo mi ero lasciato andare a una lettura ideologica del Vangelo, perché davo per scontato che sarebbe stato “lo straniero” ad aiutarmi. Strano, mi sono detto, perché ho particolarmente in odio quella stortura marxista e pauperista… Invece ciò che rende speciale e “buono” il Samaritano della parabola1«Ed ecco, un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova, dicendo: “Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?” Gesù gli disse: “Nella legge che cosa sta scritto? Come leggi?” Egli rispose: “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso”. Gesù gli disse: “Hai risposto esattamente; fa’ questo, e vivrai”. Ma egli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è il mio prossimo?” Gesù rispose: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s’imbatté nei briganti che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada, ma quando lo vide, passò oltre dal lato opposto. Così pure un Levita, giunto in quel luogo, lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. Ma un Samaritano, che era in viaggio, giunse presso di lui e, vedendolo, ne ebbe pietà; avvicinatosi, fasciò le sue piaghe versandovi sopra olio e vino, poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno dopo, presi due denari, li diede all’oste e gli disse: ‘Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno’. Quale di questi tre ti pare essere stato il prossimo di colui che s’imbatté nei ladroni?”. Quegli rispose: “Colui che gli usò misericordia”. Gesù gli disse: “Va’, e fa’ anche tu la stessa cosa”» (Lc 10,21-42). non è tanto l’essere straniero, ma il tenerlo costantemente a mente (con l’albergatore parla già di futuri viaggi come di cose che sicuramente dovranno esserci). Così dice infatti la legge di Israele:

Non lederai il diritto dello straniero e dell’orfano e non prenderai in pegno la veste della vedova, ma ti ricorderai che sei stato schiavo in Egitto e che di là ti ha liberato il Signore tuo Dio; perciò ti comando di fare questa cosa.

Quando, facendo la mietitura nel tuo campo, vi avrai dimenticato qualche mannello, non tornerai indietro a prenderlo; sarà per il forestiero, per l’orfano e per la vedova, perché il Signore tuo Dio ti benedica in ogni lavoro delle tue mani. Quando bacchierai i tuoi ulivi, non tornerai indietro a ripassare i rami: saranno per il forestiero, per l’orfano e per la vedova. Quando vendemmierai la tua vigna, non tornerai indietro a racimolare: sarà per il forestiero, per l’orfano e per la vedova. Ti ricorderai che sei stato schiavo nel paese d’Egitto; perciò ti comando di fare questa cosa.

Dt 24,17-22

Quell’egiziano musulmano si ricordava di essere uno straniero e di aver ricevuto le promesse di un riscatto: per questo trovava perspicuo rinunciare a cinque minuti di meritato riposo per aiutare uno sconosciuto. Perché davvero الله أَكْبَر.

E se Franco Nembrini ha potuto lecitamente trovare tutta la sintesi del cristianesimo nella vicenda di un falegname che si fabbrica un burattino di legno – e lo ha fatto fino a ieri sera, proprio ad Anzio2Qui sotto il video dell’incontro. – faremo bene tutti quanti a imparare la lezione dell’uomo dell’autolavaggio: si parlava sempre e comunque di padri, di figli da educare, del viaggio della vita. E del cielo stellato.

Note

Note
1 «Ed ecco, un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova, dicendo: “Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?” Gesù gli disse: “Nella legge che cosa sta scritto? Come leggi?” Egli rispose: “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso”. Gesù gli disse: “Hai risposto esattamente; fa’ questo, e vivrai”. Ma egli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è il mio prossimo?” Gesù rispose: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s’imbatté nei briganti che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada, ma quando lo vide, passò oltre dal lato opposto. Così pure un Levita, giunto in quel luogo, lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. Ma un Samaritano, che era in viaggio, giunse presso di lui e, vedendolo, ne ebbe pietà; avvicinatosi, fasciò le sue piaghe versandovi sopra olio e vino, poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno dopo, presi due denari, li diede all’oste e gli disse: ‘Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno’. Quale di questi tre ti pare essere stato il prossimo di colui che s’imbatté nei ladroni?”. Quegli rispose: “Colui che gli usò misericordia”. Gesù gli disse: “Va’, e fa’ anche tu la stessa cosa”» (Lc 10,21-42).
2 Qui sotto il video dell’incontro.
Informazioni su Giovanni Marcotullio 297 articoli
Classe 1984, studî classici (Liceo Ginnasio “d'Annunzio” in Pescara), poi filosofici (Università Cattolica del Sacro Cuore, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, PhD RAMUS) e teologici (Pontificia Università Gregoriana, Pontificio Istituto Patristico “Augustinianum”, Pontificia Università “Angelicum”, PhD UCLy). Ho lavorato come traduttore freelance dal latino e dal francese, e/o come autore, per Città Nuova, San Paolo, Sonzogno, Il Leone Verde, Berica, Ταυ. Editor per Augustinianum dal 2013 al 2014 e caporedattore di Prospettiva Persona dal 2005 al 2017. Giornalista pubblicista dal 2014. Speaker radiofonico su Radio Maria. Traduttore dal francese e articolista per Aleteia Italiano dal 2017 al 2023.

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