Il 25 maggio si avvicina e in Irlanda il clima si sta scaldando: in tale data, infatti, si terrà il referendum sull’ottavo emendamento della costituzione del paese, che sancisce il diritto alla vita del nascituro al pari della madre e che rappresenta un insormontabile ostacolo per la depenalizzazione dell’aborto per via ordinaria legislativa.
I sondaggi danno per vincitore il sì (cioè per la rimozione dell’emendamento) con un 47%, il no in crescita ma comunque intorno al 28%, il resto indecisi o decisi a non andare a votare.
La campagna mediatica è tutta a favore del sì, ovviamente, quindi anche i sondaggi rischiano di essere falsati da un mainstream che non ha alcun interesse a diffondere numeri diversi da questi. Insomma, la partita non è affatto chiusa. E che la palla sia ancora da giocare a tutto campo lo denota il colpo sferrato dall’ACP, una associazione di sacerdoti cattolici irlandesi che raccoglie una minoranza progressista del clero. Essi hanno pubblicato sul loro sito una dichiarazione il 4 maggio scorso che rappresenta un chiaro assist agli abortisti.
Dichiarazione ACP sul prossimo referendum sull’8o Emendamento
Nel bel mezzo del dibattito e della discussione nel nostro paese sull’imminente referendum per abrogare l’ottavo emendamento della Costituzione, noi, i dirigenti dell’Associazione dei sacerdoti cattolici, rilasciamo la seguente dichiarazione.
In quanto associazione che rappresenta sacerdoti cattolici, approviamo pienamente l’insegnamento cattolico secondo il quale tutta la vita umana, dall’inizio alla fine, è sacra e ogni persona umana condivide il fondamentale diritto alla vita.
Siamo anche consapevoli, e ci viene costantemente ricordato nel nostro ministero, che la vita umana è complessa, sollevando situazioni che sono più spesso grigie che in bianco e nero e che richiedono da parte nostra un approccio pastorale sensibile, non giudicante, pastorale. Inoltre, come guide di un’associazione composta da uomini non sposati e senza figli, non siamo nella posizione migliore per essere in alcun modo dogmatici su questo argomento.
Non vogliamo indicare a nessuno come dovrebbero votare. Ma incoraggiamo noi stessi e tutti i cittadini che potrebbero essere interessati al nostro punto di vista, a fare del nostro meglio per informarci esattamente su ciò che ci viene chiesto di votare, e quali potrebbero essere le possibili conseguenze del nostro voto. Avendolo fatto al meglio delle nostre capacità e facendo seguito al compito, spesso doloroso e difficile, di consultare la nostra coscienza, diamo il nostro voto.
Un voto espresso in accordo con la coscienza di ogni persona, qualunque sia il risultato, merita il rispetto di tutti.
C’è indubbiamente un contenuto morale in questo referendum, ma come per molte altre questioni, ci sono anche dimensioni sociali, politiche e pastorali. Per questo motivo siamo preoccupati che alcune parrocchie cattoliche stiano permettendo che i loro pulpiti siano usati dai sostenitori durante la messa. Poiché ci sono, tra fedeli, cattolici che stanno andando in chiesa, una grande varietà di opinioni su questo voto, crediamo che questo sia inappropriato e insensibile e sarà considerato da alcuni come un abuso dell’Eucaristia.
Crediamo che sarebbe meglio se questa pratica cessasse per il resto della campagna.
Facciamo agli irlandesi i migliori auguri per questa decisione immensamente importante per tutti noi. La direzione dell’Associazione dei sacerdoti cattolici non avrà alcun impegno in questo dibattito.
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