Stavo andando a dormire e mi è balzato agli occhi questo tweet di Nicolas Diat:
Magnifique lettre du Père Jean-Baptiste, chanoine de l'abbaye de Lagrasse, grand ami d'Arnaud Beltrame, lue ce soir lors de la messe d'hommage à l'église Saint-Sulpice. pic.twitter.com/9AMsBoivRn
— Nicolas Diat (@ndiat1) March 28, 2018
Poiché nei giorni scorsi anche io ho scritto, qui e su Aleteia, del caso di Arnaud Beltrame (e in particolare della plausibilità dei suoi attuali legami con la massoneria, rivendicati dalla Grande Loge de France), mi è caro tradurre questa lettera, scritta e letta oggi1Il 28 marzo 2018 nella chiesa Saint-Sulpice a Parigi. da padre Jean-Baptiste, il monaco che stava preparando Arnaud e Marielle al sacramento del matrimonio, che avrebbero voluto celebrare il prossimo 9 giugno.
Testimonianza scritta alla messa
in onore del colonnello Arnaud Beltrame
(18 aprile 1973 – 24 marzo 2018)
Caro Monsignore, cari fratelli e sorelle,
Dopo l’omaggio nazionale di stamattina, avrei voluto essere affianco a voi per evocare la figura del colonnello Arnaud Beltrame, che preparavo al matrimonio da due anni e a cui in questi ultimi anni sono stato molto vicino. Bisogna però che io predichi domattina ai suoi funerali a Carcassonne. La mia preghiera si unisce dunque alla vostra stasera.
Tutti voi sapere la gioia che ho avuto, quella di essere affianco al colonnello Arnaud Beltrame insieme con Marielle, sua fidanzata e già civilmente sua sposa, cinque giorni fa, in ospedale. Eravamo riuniti tutti e tre come per il matrimonio che presto avrei dovuto benedire, e al posto delle nozze abbiamo celebrato l’unzione del sacramento degli infermi, per un eroe che per tutti è causa di ammirazione.
Lodiamo il Signore per la forza che ha messo in questo cuore d’uomo e di ufficiale. La sua eccellente forma fisica impressionava i suoi uomini. Veniva spesso a trovarmi in tenuta da escursionista. Voi sapete la sua bella carriera militare. Ma, cosa più importante di tutto, non nascondeva a nessuno la gioia che Dio gli aveva offerto quando aveva riscoperto la fede cattolica, verso i 33 anni, ricevendo rapidamente la prima comunione e il sacramento della confermazione. Appena nove anni fa. Abbiamo parlato molto di coniugalità, di evangelizzazione, del diavolo e di altro. Aveva sete di sapere e di capire.
Intellettualmente brillante, ha seguito una preparazione al matrimonio esigente, e con una serietà che ha conquistato la mia ammirazione. Marielle e lui venivano ogni mese agli incontri di c
oppia a Narbonne o all’abbazia di Lagrasse. Arnaud ci ha colpiti per la sua vivacità, per la sua gioia contagiosa e per la sua capacità di coinvolgere. Loquace, era quasi chiacchierone… talvolta dovevo interromperlo perché potesse esprimersi anche Mariella… e lo faceva con un tenero sorriso verso di lei. Perché questo soldato, questo meteorite di operatività, questo gendarme d’élite si squagliava davanti a colei che amava e straripava di attenzioni delicate, di parole gentili. Cento volte ne sono stato testimone.
La sua dichiarazione di intenzioni per il matrimonio cattolico che dovevo benedire il prossimo 9 giugno dalle parti di Vannes è ammirevole. Marielle non desidera che questa ultima lettera sia resa pubblica. Sappiate che questo testo, scritto solamente quattro giorni prima della sua eroica morte, prova la sua adesione incondizionata e fervente a tutta la fede cattolica e alla sua tradizione, che in particolare scioglie voti a Nostra Signora con gratitudine, che domanda l’aiuto di san Michele e prende san Giuseppe per modello.
Benedicendo la sua casa il 16 dicembre scorso ero stato colpito dagli arredi che manifestavano la sua fede e la sua passione per la storia e per la gendarmeria. Ma ancora di più dal fatto che aveva riservato un angolo per farne un luogo di preghiera. Ci abbiamo pregato tutti e tre. Imitatelo! Diamo un posto alla preghiera, nelle nostre vite!
I giorni santi che viviamo ricordano il Sacrificio redentore di Cristo. Lodiamo il Signore per avergli permesso di imitare Gesù, di vivere che «non c’è amore più grande che donare la propria vita per gli amici» (Gv 15, 13). Arnaud sapeva il folle rischio che si assumeva consegnandosi come ostaggio al terrorista. L’ha fatto per salvare una vita, forse più di una, perché questo era il suo impegno di ufficiale di gendarmeria e di cristiano.
Io credo che abbia offerto la sua vita perché si fermasse la morte. La credenza del jihadista gli ordinava di uccidere. La fede cristiana di Arnaud l’ha invitato a salvare, offrendo la propria vita se necessario.
Arnaud è un santo in Cielo, un peccatore in purgatorio o un dannato all’inferno, come pensano i partigiani del suo carnefice? Noi abbiamo grande speranza che egli ci guardi e che interceda per noi, ma Dio solo lo sa. Sia ciò che sia, preghiamo per lui e per le altre vittime di questa tragedia. Preghiamo per il suo assassino e per i suoi complici.
Il colonnello Beltrame era convinto che non si potesse lottare contro un’ideologia unicamente con delle armi e dei computer. Non si può vincere durevolmente che mediante convinzioni spirituali. La fede cattolica che egli ha riscoperto, le meraviglie cristiane della storia di Francia che lo appassionavano, sono lo scudo migliore contro la follia delle convinzioni assassine che uccidono e ancora vogliono uccidere.
Allora, con Arnaud e come lui, rendiamoci pronti al sacrificio delle nostre vite per amore dei nostri fratelli! Dov’è odio che noi portiamo l’amore, dov’è dubbio che noi portiamo la fede. Dov’è disperazione, che noi portiamo la speranza2Ispirato alla cosiddetta “preghiera semplice” attribuita a san Francesco di Assisi (ma non attestata prima del 1912).. E così sia.
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