Inoltre la maggior parte delle pornostar ha una carriera media di 6-18 mesi, dopo di che si esplode: è una vita orribile, nessuno riesce a capire davvero quanto finché non ci finisce dentro.
Ci sono molti ex attori porno che raccontano l’alienazione dell’ambiente, le loro testimonianze si possono facilmente trovare su internet: Jessica ha fatto la pornostar per 10 anni, nel 2010 è stata eletta come “best new starlet”. Poi la sua carriera è finita in un giro di escort.
L’unica differenza tra essere un’escort ed essere abusata sessualmente sono i soldi; odiavo quando i clienti mi dicevano “ti amo Angela” tu puoi fare tutto quello che vuoi con il mio corpo ma non puoi dirmi che mi ami. Odiavo cosa ero diventata, odiavo i soldi, e questo mi stava uccidendo. Più le persone usavano violenza su di me più mi convincevo che mi meritavo quello.
Nel dossier curato da Shelley Lubben1L’autrice di “Truth Behind the Fantasy of Porn. The Greatest Illusion on Earth”, un’opera in cui l’autrice strappa la maschera al mondo turpe della pornografia mostrandolo com’è realmente., si leggono alcune affermazioni pubbliche di pornostar:
Stiamo per fare un gioco. Siete pronti? Prima cominceremo con dello Xanax, e quindi inizieremo con dell’Ibuprofene, e forse con un po’ di antidolorifici. Ad ogni modo, guardatemi morire.
Così la pornostar Kacey Jordan in un doloroso video2Il video è stato rimosso da YouTube per i suoi contenuti dannosi. La Jordan è salita alla cronaca ed è diventata improvvisamente popolare in seguito allo scandalo che ha travolto l’attore Charlie Sheen dopo un famigerato festino a base di alcol e sesso, del quale la pornostar aveva fornito alcuni dettagli “esclusivi”. su YouTube in cui tenta il suicidio in diretta.
La pornostar Mary Carey:
Quando sono sobria divento più ansiosa. Quando si è sobri, si è costretti ad affrontare la realtà. Io divento ansiosa con tutte le cose che devo fare. Quando ero con Tawny e bevevo ogni giorno, non combinavo molto. Mi svegliavo ed ero pronta a bere ancora. È un bel modo di sfuggire alla realtà. Quando sono ubriaca butto via i soldi. Quando sono sobria, non voglio sperperare i miei soldi.
L’ex pornostar Jenna Presley:
Sono stata torturata per sette anni. Ero triste e sola. Mi sono data alla droga e all’alcol, e ho tentato il suicidio. Sapevo che dovevo venirne fuori, ma non sapevo come.
Nel 2013, la Presley si è convertita al cristianesimo e ha abbandonato l’industria pornografica.
L’ex pornostar Sal:
Stare nel porno gay era molto rischioso. A molti produttori e registi non piace usare i preservativi e nessuno nel porno gay fa test regolarmente. Ho anche conosciuto attori porno che alterano i loro test. Circa l’80% degli attori gay è sieropositivo. Io lavoravo per una star molto conosciuta che possedeva una propria agenzia. Lei e suo marito mi passavano cristalli di metamfetamine per farmi rimanere più magro. Mi dicevano che se non avessi fatto sesso con loro non mi avrebbero più fatto lavorare. Ero un schiavo. Ora capisco che ero oggetto di abusi come un minore.
Il pornostar e regista Lexington Steele:
Sarò onesto con voi: c’è un uso esagerato di droga in questo ambiente! Così tanta da non credere. La tolleranza per questo aspetto è nauseante. È disgustoso vedere una ragazza che entra in questo business e riscontrare che tre mesi dopo ha perso peso, il suo seno si è sgonfiato e il suo posteriore si è afflosciato. Ho visto dei tipi entrare nel giro e perdere tutto a causa delle droghe.
E ancora:
Sono Brenn Wyson, un ex pornostar gay. Cosa posso dire? Che ciò che accade dietro quelle porte chiuse è un continuo abuso sessuale con trasmissione di HIV e di tutta una serie di malattie veneree. Quelli che lavorano lì guadagnano un sacco di soldi e non vi diranno mai della loro pessima condotta e di come buttano la gente nell’immondizia. Come con le droghe o le iniezioni al pene, tutte cose contro la legge, ma che essi impongono ai loro attori […]. Io so ciò che succede dietro quelle porte chiuse, ed è malato e malsicuro, e la tua vita è continuamente in pericolo. Spero di riuscire a dissuadere altre persone che sarebbero tentate di credere alla favola di quei diavoli che abitano nel palazzo del porno.
L’ex pornostar Becca Brat:
Io avuto a che fare con molte persone nell’industria del cinema per adulti, da ragazze sotto contratto ad attrici amatoriali. Ognuna di esse ha gli stessi problemi. Tutte assumono droghe. È uno stile di vita terribile che tenta di riempire un vuoto […]. Divenni orrendamente assuefatta all’eroina e al crack. Andai in overdose almeno tre volte […]. L’unica ragione per cui sono ancora qui è Dio.
Invece leggiamo sui giornali che August Ames si sarebbe uccisa per il cyber bullismo dei fan. Come dire che un centenario è morto di raffreddore e non di vecchiaia.
L’idea che la filmografia pornografica diffonde, e cioè che la sessualità vissuta in modo estremo sia accettabile nonché desiderabile, è un clamoroso fake: la pornostar Charlotte Sartre, specializzata nell’anal queen, dice che i fan vedono le prodezze sul video, penetrazioni violente e prolungate, ma non vedono affatto le mezzore prima delle scene in cui le attrici stanno sdraiate a farsi clisteri e a contrarre e rilassare lo sfintere. C’è chi si imbottisce di antidolorifici per sopportare il dolore. Per non parlare delle posizioni disumane in cui gli attori devono pure fingere di divertirsi, al limite del contorsionismo. La fame di sesso di spettatori sempre più assuefatti richiede l’invenzione di scene sempre più estreme, insopportabili, imprevedibili, disumane, in un declino di perversione che non si tollera nemmeno nella finzione.
Non esiste un lato accettabile del porno: sia al di qua che al di là dello schermo, è solo alienazione e dolore. Sarebbe il caso di affermarlo a chiare lettere.
Note
↑1 | L’autrice di “Truth Behind the Fantasy of Porn. The Greatest Illusion on Earth”, un’opera in cui l’autrice strappa la maschera al mondo turpe della pornografia mostrandolo com’è realmente. |
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↑2 | Il video è stato rimosso da YouTube per i suoi contenuti dannosi. La Jordan è salita alla cronaca ed è diventata improvvisamente popolare in seguito allo scandalo che ha travolto l’attore Charlie Sheen dopo un famigerato festino a base di alcol e sesso, del quale la pornostar aveva fornito alcuni dettagli “esclusivi”. |
Non c’è da meravigliarsi di tutte le morti, morti di giovani, qui elencate.
Non c’è da meravigliarsi che se non è per abuso di qualche sostanza, è per suicidio.
Perché se ha poco più di vent’anni, quando la vita dovrebbe essere nel pieno delle speranze e delle potenzialità (certo non tutte sempre troveranno adeguata risposta, ma questo è altro discorso), si è sperimentato di tutto e di più, se si è usato e abusato del proprio corpo in ogni possibile maniera, che altro può rimanere se non probabilmente un senso di infinita nausea per essere diventati “carne da macello”, sostanzialmente degli oggetti da uso e abuso, sostanzialmente prostituti – e qui il termine non è solo metaforico – di questo particolare e tremendo business che è la pornografia?
Non ho idea di cosa psicologicamente o moralmente possa aumentare nella stima di sé, l’avere vinto, come la giovane Ames, uno, due o dieci “premi Oscar della pornografia”.
Premi per cosa? Per le capacità recitative? Forse anche… finalizzate a cosa? Alla simulazione di molteplici orgasmi? O che altro? Alle performance fisico-acrobatiche?
No saprei…
Quello che credo è che si finisce per perdere del tutto la stima di sé, ridotti come si viene ridotti – costretti o meno – neppure per grandi compensi, a fare del proprio intimo, pubblico spettacolo, un uso pubblico, di un “uso” che meglio neppure stare qui ad indagare.
O forse che questi giovani “attori” – nella cui “arte” finisce per esserci ben poca “finzione” – pensano di suscitare nobili emozioni, edificanti riflessioni – che peraltro anche più “nobile” cinematografia, non sempre ci regala?
Così quando la misura dello schifo, della nausea, raggiunge il colmo, o quando droghe o altro, non coprono più il malessere (o sono a loro volta causa di un malessere senza ritorno), non resta che l’estremo rifiuto.
Forse che questi giovani, hanno la possibilità di trovare conforto o supporto in chi li accerchia in questo girone infernale di cui hanno fatto una “professione”?
Se poi non vogliamo fermarci ad aspetti puramente psicologici, che sono pure fondamentali, dovremmo guardare anche a quelli spirituali.
“Chi tocca il corpo tocca l’anima” e come e quanto vengono “toccati” questi corpi?
E quando l’abuso di questi corpi, raggiunge e sfianca l’anima il “Nemico” (dell’Uomo) si presenta e chiede il conto e non perché io creda questi giovani abbiano “venduto l’anima al Diavolo” (nemmeno per sogno), ma perché il Demonio fa il suo sporco lavoro: quello dell’Accusatore!
E così, accusa e accusa, dopo averti fatto credere che “non c’è nulla di male”, ti mostra tutto il male e tutto lo schifo in cui sei immerso e di cui finisci per sentirti parte e ti insinua che non ce la puoi fare, che è meglio farla finita… come per Giuda: “Ames, prendi una corda e impiccati! Per te non c’è speranza…”
Ed evidentemente per lei non c’era speranza. Nessuno temo le aveva mai parlato della Speranza in Dio, della Sua Misericordia, dell’Amore di Cristo spesso sulla Croce per lei.
Si, per lei, come per la Maddalena…
Certo si obietterà che non tutte le “pornostars” di questo mondo fanno questa fine, ma ci si può consolare pensando che c’è chi ha una “scorza” più dura? Che c’è chi è riuscito a giustificare e giustificarsi in tutto?
Chi vuole si consoli, io non trovo la cosa affatto consolante.
E il triste elenco tragicamente si allunga a poco più di un mese di distanza:
Olivia Lua 23 anni!
http://www.huffingtonpost.it/2018/01/21/trovata-morta-la-pornostar-olivia-lua-e-la-quinta-attrice-porno-morta-in-tre-mesi_a_23339142/