Il “nobile” Castel Sant’Angelo
Infine, e in conclusione, una nota di colore: da dove venne a Dante l’idea del nobile castello come residenza dell’arcangelo Michele nel Limbo?.
C’è un luogo a Roma che, accostando il termine “castello” a san Michele arcangelo, viene quasi da solo alla mente: Castel Sant’Angelo. Dante lo vide sicuramente nel 1300, quando venne a Roma per il giubileo: nell’Inferno paragona il cammino di due schiere di dannati in senso opposto a quello dei pellegrini su Ponte Sant’Angelo:
come i Roman per l’essercito molto,
l’anno del giubileo, su per lo ponte
hanno a passar la gente modo colto,
che da l’un lato tutti hanno la fronte
verso ‘l castello e vanno a Santo Pietro,
da l’altra sponda vanno verso ‘l monte”If XVIII,28-33
La denominazione Castel Sant’Angelo si riferisce proprio a san Michele arcangelo, la cui figura nell’anno 590 papa Gregorio Magno vide stagliarsi nel cielo, sul castello, nell’atto di rinfoderare la spada, annunciando così la fine della pestilenza per cui il papa stesso aveva indetto una processione.
Dal 1753 una statua dell’Arcangelo, ritratto in quel gesto, sovrasta la mole del Castello e una cappella dedicata a Sanctus Michael inter nubes sorge sulla terrazza del castello stesso a difesa e protezione dei valori rappresentati da Roma, addirittura per Dante simbolo e segno in terra del Paradiso, «di quella Roma onde Cristo è romano».
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