Occhio alla fede dei semplici
Se uno mi chiedesse cosa mi aspetto e cosa spero pubblicando questo post, vorrei anzitutto rassicurarlo: certo non un castigo – non faccio il cacciatore di taglie. Ripenso alle parole ormai “antiche” di Ratzinger
– A persuadermi della divinità della fede sta anche il fatto che ogni domenica resiste a innumerevoli omelie mediocri –
e mi dico che in fondo è certo un miracolo che la gente non si lasci corrompere in massa da simili vanità travestite da approfondimenti…
Però quell’omelia era meno mediocre che pericolosa. Naturalmente se l’anno prossimo tornassi a passare di là, nel dubbio, registrerei. Se fossi in monsignor Giusti, però, un sopralluogo in borghese e all’improvviso io lo farei: non penso che un pastore possa rassegnarsi a sperare che i fedeli non ascoltino le omelie dei proprî collaboratori…
Ma la Madonna c’è
Soprattutto non mi andava di scrivere un post polemico al termine di una giornata di profonda gratitudine. Nondimeno, avremmo bisogno di guadagnare profondità e semplicità maggiori: è
la fede che fu prima nella tua nonna Loide, poi in tua madre Eunice e ora, ne sono certo, anche in te12Tim 1,5.
Questa è la vera riprova della fede: se le sue fondamenta sono la Sacra Scrittura, le sue pareti sono la Liturgia e la carità operosa ne è il culmine… la fede semplice e schietta del popolo cristiano è però il filo a piombo. Al di là di tutti i calcoli e di ogni accorgimento, il confronto con il modo semplice di pregare dei piccoli e degli ignoranti (purché abbiano una vera vita spirituale) è cosa più alta e spesso più decisiva dei presunti “aggiornamenti teologici”.
Del resto, che l’iconografia non abbia relegato il tema alla mera damnatio memoriæ si vede chiaramente non solo nella celeberrima Morte della Vergine di Caravaggio (1604-1606), ma anche nelle più moderne assunzioni di Annibale Carracci, Pieter Paul Rubens, Nicolas Poussin, e tutte le altre in cui facilmente nella parte bassa dello schema compositivo si lascia lo spazio a uno scorcio del sepolcro.
Il punto non è sapere se la Madonna sia morta o come sia morta, ma come vive adesso e cosa questo significhi tuttora per noi. Ecco, io questa mattina vedevo mia figlia di due mesi che rideva, appena siamo entrati in chiesa, e si guardava intorno calma mentre noi ansimavamo. Certamente quello della Madre di Dio è ora un corpo spirituale, e tuttavia un corpo sempre tanto corporeo che non mi stupirebbe se avesse salutato la mia muta pargoletta al suo ingresso nel santuario, poiché già era stata tanto sensibile alle questioni corporee da propiziare la sua stessa nascita.
Per grazia ricevuta noi gioiamo senza superbia e contestiamo senza amarezza; per quella stessa Grazia ricevuta la Madonna resta fin d’ora e per sempre nel cuore di Dio con tutta sé stessa.
Note
↑1 | 2Tim 1,5 |
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“Naturalmente se l’anno prossimo tornassi a passare di là, nel dubbio, registrerei.”
Ecco appunto, come ricorda la Cassazione.
Magari in Sagrestia registrare anche l’umile richiamo al sacerdote, sempre possibile per quanto concerne Sentenza di Cassazione. Anche se si registra senza consenso esplicito.
E poi per direttissima al Vescovo e per copia alla CdF con due paroline.
“Il Vescovo diocesano vigili con attenzione sull’omelia, facendo anche circolare tra i ministri sacri norme, lineamenti e sussidi e promovendo incontri e altre iniziative apposite, affinché essi abbiano spesso occasione di riflettere con maggiore accuratezza sulla natura dell’omelia e trovino un aiuto per quanto concerne la sua preparazione.” (Istruzione Redemptionis sacramentum, 68)
Con certi sacerdoti siamo a livello di don Minutella, scambiano un luogo che non gli appartiene per esternare ideologie o visioni proprie.
Dire certe cose, prima che un’eresia, è un stupro spirituale perché significa non avere compreso minimamente così l’omelia.. seppellendo, tra l’altro, i punti 135-144 della Evangelii Gaudium.
Ciao caro Giovanni e grazie.