Si coprono circa 600 km, andando da Assisi a Roma. Almeno se si vuole approfittare della strada per un passaggio a Montenero. Che non è affatto di strada. «Un modo bizzarro per passare un Ferragosto rilassante», dirà qualcuno. Ne convengo ma – quando si abbina l’anniversario di matrimonio col dolce imperativo di sciogliere un voto per la nascita della propria bambina – nessuna divagazione sembrerà troppo lunga. E così è stato.
O meglio, dopo una due giorni d’immersione nelle cose di Assisi (dove il cuore cristiano è sempre a casa) mi beavo nella rinverdita percezione del nexus mysteriorum, che è come i teologi dicono “mi godevo la verità del cristianesimo” – perché i momenti di consolazione sono proprio quelli in cui l’oggetto della fede, ordinariamente umbratile, risplende in un abbacinante istante di luce. E quindi mi dicevo, preso in un gongolamento a metà tra la superbia spirituale e l’infantilismo: «Che fortuna poter celebrare in questo giorno di riposo un mistero tanto alto e pregnante, che proiettandoci sul fondale escatologico della storia ci riporta nel quotidiano con le idee rinfrescate quanto al nostro destino…». Ah, beata ingenuità!
Il preludio
Dovevo aver da poco costeggiato a nord il Lago Trasimeno, ammirando di lontano Villa Guglielmi sull’Isola Maggiore: benché fossero da poco trascorse le nove del mattino, la strada semivuota e il ronzio del vento dal finestrino stavano risultando ipnotici, quindi programmai una sosta alla successiva area di servizio – peraltro ne avrei approfittato per fare il pieno, ché ne avrei comunque avuto presto bisogno.
Il caffè era di quelli alla macchinetta. Pazienza, anzi meglio: me lo sarei sorseggiato con calma in macchina. Quindi me lo accomodai bel bello sul cruscotto mentre il benzinaio terminava il rifornimento. Alla radio – una di queste RDS che passano nelle aree di servizio – si sentivano due o tre voci maschili intente a spiegare «i fondamenti cristiani e quelli pagani del 15 agosto». «Accipicchia! – mi son detto –: vedi che cose impegnate s’inventano oggi su queste Radio DeeJay… Sentiamo un po’ che dicono». Come spesso accade, l’approfondimento è stato causa di profonda delusione. Mentre pagavo il benzinaio registrai poche battute:
– Allora, in pratica per la religione cristiana ci sono solo due persone in cielo in corpo e anima, e queste due persone sono Elia e la Madonna.
– Sì, perché come sappiamo per il cristianesimo è l’anima che va in paradiso.
– Comunque questa è una cosa dibattuta tra le varie confessioni cristiane, perché ci sono pure quelli che pensano che la Madonna sia morta come tutti gli altri…
E già boccheggiavo: non mi pareva vero che in un Paese in cui persino J.Ax si è sposato in chiesa qualcuno potesse essere così disastrosamente digiuno dei rudimenti più basilari della dottrina cristiana. O forse proprio quell’accesso indiscriminato alla vita ecclesiale produce l’indistinto apeiron che pioveva dagli altoparlanti: chiariamoci, non c’è da nutrire nostalgie per “i bei tempi andati”, però forse a furia di ripetere che «non possiamo non dirci cristiani» siamo arrivati al «non poterci dire cristiani». E per ignoranza, non (più) per ribellione! Insomma, preso da sacro furore ingranai la prima e ripartii gagliardo. Dimentico del caffè, che venne puntualmente rovesciato sul cruscotto.
La tempesta
Ma il peggio doveva ancora venire, perché finché sono appunto i pagani a essere approssimativi e grossolani fino al grottesco, nell’esporre il dogma cristiano, pazienza… mentre però arrivavamo al Santuario di Montenero mia moglie mi ha detto:
– Ti ricordi quell’omelia mezzo eretica dell’anno scorso?
– Mamma mia, chissà che gli era preso a quel prete!
– Speriamo che oggi sia meglio…
– Già…
E frattanto arrancavamo col passeggino lungo una china irta di barriere architettoniche (il colmo per un santuario quasi “specializzato” in gravidanze…*): al giungere finalmente in cima il dispetto che ci assalì nel vedere automobili a iosa che scendevano comodamente chissà da dove fu mitigato dal sospetto tragicomico che lo spirito di Paolo Villaggio avesse infestato il nostro navigatore.
Ma non c’era tempo da perdere: avevamo sentito la campana suonare un paio di minuti prima e difatti quando ansimanti arrivammo nel bel pronao del santuario trovammo ad accoglierci il canto del Gloria. Poco male, via: almeno dalla Liturgia della parola in poi avremmo partecipato per bene. Dovevo essere preso a riavvolgere i miei palmi di lingua in bocca, perché alla fine dell’inno persi l’orazione Colletta. Ah, che darei per tornare indietro e sentire con che voce il sacerdote che presiedeva l’aveva scandita: tra un istante si capirà perché dico questo, ma intanto riporto il testo dell’orazione (in italiano e nell’originale latino).
Oddio, l’omelia pareva un terrificante déja-vu: il prete (non so dire se è lo stesso di un anno fa, ma a questo punto spero e temo di sì) ha detto che
- Il dualismo anima-corpo non fa parte della rivelazione cristiana;
- L’arte occidentale ha dato vita a delle assunzioni belle ma puerili nel contenuto dottrinario, «dove la Madonna sembra un missile che vola nello spazio» (verbatim);
- I nostri fratelli orientali, invece, hanno un modo più equilibrato di parlare di questa festa, perché nella “dormizione” si celebra la morte di Maria, «che avvenne probabilmente a Gerusalemme».
A partire da questo è stato tutto un disquisire di corpo animale e prerogative spirituali, con una importante citazione paolina (1Cor 15,44-46) – sì, ma Paolo parlava di antropologia teologica ed escatologia “ordinarie”, non della “mistica aurora della redenzione”! E poi Pio XII e Giovanni Paolo II sono stati manomessi e mutilati fino a farne delle autorità a sostegno di una tesi orribile nella sua banalità e nella sua blasfemia. Con espressione oggi desueta si direbbe che le sue tesi erano «atte ad offendere le pie orecchie». Egli dunque protestava che
- Nella Munificentissimus Deus Pio XII non parlò di assunzione corporea, perché anzi nella formula non si menzionano “i cieli”, bensì “la gloria dei cieli” [se è per questo vi si legge solo della “celeste gloria”, ma non si vede che importi, N.d.R.];
- Giovanni Paolo II disse che la Madonna morì come era morto anche Gesù [questo è vero, N.d.R.];
e si spingeva con ciò all’orribile sentenza:
Maria viene portata in cielo da Gesù, ma il corpo… la salma della Madonna è rimasta lì [verbatim]
“Naturalmente se l’anno prossimo tornassi a passare di là, nel dubbio, registrerei.”
Ecco appunto, come ricorda la Cassazione.
Magari in Sagrestia registrare anche l’umile richiamo al sacerdote, sempre possibile per quanto concerne Sentenza di Cassazione. Anche se si registra senza consenso esplicito.
E poi per direttissima al Vescovo e per copia alla CdF con due paroline.
“Il Vescovo diocesano vigili con attenzione sull’omelia, facendo anche circolare tra i ministri sacri norme, lineamenti e sussidi e promovendo incontri e altre iniziative apposite, affinché essi abbiano spesso occasione di riflettere con maggiore accuratezza sulla natura dell’omelia e trovino un aiuto per quanto concerne la sua preparazione.” (Istruzione Redemptionis sacramentum, 68)
Con certi sacerdoti siamo a livello di don Minutella, scambiano un luogo che non gli appartiene per esternare ideologie o visioni proprie.
Dire certe cose, prima che un’eresia, è un stupro spirituale perché significa non avere compreso minimamente così l’omelia.. seppellendo, tra l’altro, i punti 135-144 della Evangelii Gaudium.
Ciao caro Giovanni e grazie.