di Claudia Cirami
Macron e la sua Brigitte, prima ancora che il candidato di En Marche! superi le presidenziali, costituiscono una coppia già vincitrice per diversi media nostrani e internazionali. Marine Le Pen ha 48 anni, Brigitte Trogneux ne ha 64. Tra le tante letture (alcune interessanti) che si possono dare alla copertura mediatica assicurata alla coppia (presunta) prossima regina di Francia, mi sembra possibile anche questa: Marine le Pen ispira una certa affidabilità, per la lunga carriera politica e gli anni sulle spalle, e il media system è corso ai ripari. Brigitte è una donna con più anni e qualcosa che manca alla prima: un’esibita “giovinezza” – al di là del dato anagrafico – garantita dalla scelta amorosa da parte del giovane marito, che ha 25 anni meno di lei. Bionditudine contro bionditudine, poi, …chi vincerà?
Ancora una volta, la questione in rosa sembra avere un certo peso nel “fare politica” di una nazione: le donne, non necessariamente candidate, ma certo protagoniste per “orientare” le scelte politiche, come è già accaduto nelle ultime elezioni americane. Dove lo scontro fu sì tra Clinton e Trump, cioè tra una donna e un uomo, ma anche tra il richiamo esercitato da tante star e starlette, tutte vivacemente antitrumpiane, e l’appeal indiscutibile di Melania, la moglie del miliardario e ora presidente degli Stati Uniti.
Riguardo alla vincitrice di questo scontro senza esclusioni di colpi – la signora Trump – è possibile rilevare la strategia mediatica di chi preferisce quali notizie dare e quali tacere. Come potrebbe dire, in fondo, l’Orson Welles di Quarto Potere, insuperato film sulla capacità dell’informazione di influenzare le opinioni:
Lei si preoccupa di quello che pensa la gente? Su questo argomento posso illuminarla: io sono un’autorità su come far pensare la gente.
Ci si poteva ragionevolmente attendere che, come accaduto con Michelle Obama, Melania divenisse icona di stile perché protagonista indiscussa di copertine e servizi. Non è accaduto. Certo, la signora Trump ha scelto una vita da first lady in sottotono, ma, generalmente, vite simili non sono mai state un ostacolo invalicabile per i media. Il motivo mi sembra evidente: ancora adesso Melania sarebbe la carta vincente del consorte, capace di fargli acquisire quella popolarità che gli manca. Una certa parte dell’informazione (la più consistente) lo sa e perciò preferisce ignorarla o evitarla se possibile.
Per gli stessi motivi di opportunità politica, oggi stiamo scoprendo tutto di Brigitte. Come ogni moglie, può essere il jolly per l’ascesa del giovane marito (che non è un outsider della politica come Trump o Le Pen e perciò piace molto a buona parte dei media). Nel caso specifico, però, Brigitte potrebbe rappresentare il suo punto debole, dato che molti esprimono perplessità sulla forte differenza d’età che li separa (non certo per “astio incontrollabile”, come ha scritto la Boralevi su La Stampa). Ma non è un problema: il punto debole è (apparentemente) superato grazie alla normalizzazione mediatica operata in favore dell’insolita coppia. Così abbiamo rimirato su web e giornali le immagini della passeggiata per i prati, post-primo turno, dei due innamorati: seguiti dai fotografi, passo per passo, perché tutto sembrasse quotidiano, persino attraente, dunque “eleggibile”.
L’apporto “rosa” in politica appare sempre più determinante, in un gioco di visibilità e nascondimento. Non si riferiva certo a questa strategia San Giovanni Paolo II quando, nella Lettera alle donne scriveva:
Sono convinto però che il segreto per percorrere speditamente la strada del pieno rispetto dell’identità femminile non passa solo per la denuncia, pur necessaria, delle discriminazioni e delle ingiustizie, ma anche e soprattutto per un fattivo quanto illuminato progetto di promozione, che riguardi tutti gli ambiti della vita femminile, a partire da una rinnovata e universale presa di coscienza della dignità della donna (n.6).
Né la visibilità negata a Melania, né quella concessa a Brigitte mi sembrano realizzare il progetto di promozione della donna di cui scriveva il santo polacco.
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